Cronaca locale

Roma, la droga dello stupro venduta ai vip

Ignari rider consegnavano la merce in case di lusso e in locali notturni della Capitale

Roma, la droga dello stupro venduta ai vip

Una famiglia allargata, quella di Roma, composta dal ‘gruppo di Danny’, quello di ‘Ostia’ e quello di ‘Zagarolo’. A lei fa capo il gruppo di trafficanti internazionali che importavano bottiglie colme di "droga dello stupro". Sostanza acquistata sul mercato nero di internet, solitamente in Olanda, e poi smerciata in Italia. In questo caso nella Capitale. A consegnare la merce quasi sempre erano ignari rider che non sapevano cosa stessero trasportando.

L’indagine dei Nas

Gli uomini dei Nas, i nuclei antisofisticazioni e sanità dei carabinieri, sono riusciti a scoprire alcuni posti di lavoro degli spacciatori difficili da immaginare: un ufficio Ater in via di Valle Aurelia, un'agenzia della Banca Intesa San Paolo a Grottaferrata, negozi e stabilimenti. Alle prime luci dell’alba di ieri sono finite in manette 39 persone. Gli investigatori sono riusciti a ripercorrere le varie fasi del percorso effettuato da queste sostanze a partire dal 2019 fino ai giorni nostri. Esistono 16 tipi di questo liquido, prodotto in laboratorio, di cui non si conosce bene la composizione e neppure gli effetti a livello fisico e mentale. Quello che si è riuscito a capire è che ci sono sparsi per Roma diversi insospettabili ritrovi notturni, frequentati anche da persone dello spettacolo, dove questa droga viene spacciata.

Uno di questi, come riportato dal Corriere, è il “Frutta e Verdura” a San Paolo. Il gestore del locale, Danny Beccaria, con la complice Clarissa Capone e la dentista napoletana Rosa Trunfio, hanno ricevuto le ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari firmate dal gip Roberto Saulino. Oltre a loro anche Gennaro Quasto, destinatario anche del reddito di cittadinanza, oltre ai guadagni, tutt’altro che irrisori, derivanti dallo spaccio della sostanza stupefacente. Tra i loro clienti personalità di un certo calibro, come senatori, politici, sacerdoti, sacerdoti, speakers radiofonici e anche appartenenti alle forze dell’ordine. Tra questi anche “quello che abita lì, davanti alla Corte di Cassazione, sul lungotevere”. Le identità di queste persone non sono ancora state scoperte.

Il percorso della droga

La sostanza stupefacente viene acquistata su internet e arriva in Italia tramite spedizione da Olanda, Germania, Canada e Cecoslovacchia. Viene poi portata a destinazione da ignari corrieri e rider, che non sanno nulla del contenuto dei pacchi che hanno tra le mani. Tra gli arrestati anche la sorella di Ornella Muti, Claudia Rivelli, beccata mentre stava ritirando dei flaconi di droga dello stupro nella sua casa in via della Camilluccia. La Gbl in questione era destinata al figlio che abita a Londra, dove è vietata come da noi. Tra gli altri arrestati anche Pietro Fabbri, un funzionario Ater con ufficio nella sede in via di Valle Aurelia. Secondo gli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, Fabbri sarebbe molto vicino al ‘gruppo di Zagarolo’. E poi anche Massimo Rolli, un impiegato della Banca Intesa San Paolo, che avrebbe acquistato droga per corrispondenza da Amsterdam, e un architetto, Carmine Magna, residente al Portuense e con studio all'Esquilino.

La Gbl veniva chiamato in vari modi: a volte con nomi di donna, come Mafalda, Tina, Gina, oppure anche shampoo o profumo. Tra i rider utilizzati per lo scopo quelli della Glovo perché, come recita l’ordinanza: “Oltre al classico contatto telefonico con i "clienti", finalizzato a stabilire il successivo incontro, si è registrata una pratica particolare, ritenuta sicura tanto dagli acquirenti quanto dai venditori, fondata sull'impiego di inconsapevoli corrieri on demand, in particolare gli operatori della società Glovo”. L’idea di ricorrere ai rider era venuta a Simone Giovannucci, una delle persone arrestate, che stava cercando un modo per far arrivare la "roba" all’amico e cliente Marcello Cerasaro. La spedizione in questione risale al 29 novembre 2019. “Consultando i dati forniti da Glovo in effetti, si riscontra come il luogo di ritiro (partenza) corrisponda a Roma, via Portuense 104, mentre il luogo di consegna sia il Residence Trastevere suite, appartamento 31”. Via portuense è il domicilio di Giovannucci, dove è avvenuto poi l’arresto. Il gip ha scritto: “Quanto al secondo indirizzo il Residence Trastevere suite è emerso in più circostanze, nel corso delle attività tecniche eseguite”. Anche per effettuare altre consegne sono stati impiegati i rider di Glovo.

Tra le intercettazioni effettuate dagli investigatori anche quelle di una delle arrestate, Clarissa Capone: “Va bene, ho quasi ventimila euro... ma sono tutti soldi che io ho fatto con la droga... eh cioè sono tutti soldi sporchi”. E ancora: “Qua tutti sono stati bevuti, tutti sono andati a finire in gattabuia... tutti quanti... io no”. Come si legge nelle carte: “Il gruppo in questione, denominato dagli inquirenti "il gruppo di Danny", risultato molto attivo nell'attività di rivendita all'interno dei locali notturni, ha dato prova di disporre di una clientela estremamente variegata, personalità politiche, conduttori radiofonici ed appartenenti alle forze dell'ordine”. Tra i compratori un vigile urbano in forze alla polizia municipale di Roma Capitale, un senatore e perfino un sacerdote, così descritto dal Beccaria: “Mo' m' ha scritto un prete, er prete è uno che me dà una cifra de sordi pe' ditte”.

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