Cronaca locale

Roma, da San Lorenzo ai Parioli è incubo siringhe nelle aree giochi per i bimbi

Due siringhe con gli aghi sporchi di sangue sono state ritrovate nell'area giochi di Villa Chigi al quartiere Trieste. La denuncia dei residenti: "Quel parco è diventato preda di sbandati e rom"

Roma, da San Lorenzo ai Parioli è incubo siringhe nelle aree giochi per i bimbi

Dal centro alla periferia ormai il degrado è il denominatore comune dei parchi di Roma. Da San Lorenzo al Villaggio Olimpico passando per i Parioli sempre più mamme e bimbi devono fare i conti con le siringhe lasciate dai tossici nelle aree verdi.

Al quartiere Trieste i genitori hanno lanciato l’allarme via Facebook pubblicando la foto degli aghi sporchi macchiati di rosso. “Attenzione, siringhe piene di sangue rinvenute al parco bimbi sotto Villa Chigi”, recita il post pubblicato nel gruppo dei residenti nel II Municipio. Ieri i vigili urbani hanno delimitato l’area giochi con il nostro giallo in attesa, spiegano i cittadini, “che intervenga l’Ama”. “Era ora”, esclama qualcuno. “È uno schifo totale ogni giorno, io non attraverso nemmeno più il parco, c’è di tutto lì dentro”, si lamenta una residente. La villa, denunciano sui social, è “alla mercé di sbandati, rom che bivaccano e ragazzini italiani che si divertono a rompere bottiglie e soprattutto i giochi per i bambini”.

Ma questa non è l’unica situazione del genere nel quartiere. A renderlo noto è l’assessore al Verde Pubblico del municipio guidato da Francesca Del Bello, Rino Fabiano, che, interpellato dal Corriere della Sera, indica come zone critiche anche il parco del Galli, in zona San Lorenzo e largo Passamonti dove a ridosso delle mura di cinta del Verano insistono decine di baracche frequentate da tossici e senza fissa dimora. A poche centinaia di metri da Villa Chigi anche il parco Nemorense è ridotto nelle stesse condizioni. Le aree verdi in alcune zone sono lasciate all’incuria e i pusher si nascondono nella zona delle scalette che scendono verso corso Trieste.

Una situazione collegata, secondo Fabiano, all’aumento dell’eroina nella città, ma anche allo stato di abbandono in cui versano le aree verdi. Nel caso specifico di Villa Chigi, chiarisce interpellato dal Corriere, il parco senza recinzioni si è trasformato in una “zona franca” accessibile anche di notte. Il giardino doveva essere messo a nuovo da una società privata. Una delle tante che, come in altre zone di Roma, si era occupata di costruire i parcheggi interrati, Pup. Ma i lavori non sono mai stati conclusi. Ora della riqualificazione dovrà occuparsene il municipio, che è già al lavoro con un progetto che prevede il riordino del verde, il ripristino dell’illuminazione e l’apertura di un chiosco, di modo che gli assegnatari possano occuparsi della manutenzione ordinaria della villa.

Resta un mistero anche per le istituzioni, però, il perché i tossicodipendenti scelgano di iniettarsi l’eroina proprio accanto alle aree dedicate ai bimbi, mettendone a repentaglio la sicurezza.

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