Cronaca locale

Stupro alla discoteca Factory: fermato 25enne romeno

Il ragazzo è accusato di violenza sessuale di gruppo aggravata: il fermo dovrà essere convalidato dal gip nelle prossime ore

Stupro alla discoteca Factory: fermato 25enne romeno

Un 25enne di nazionalità romena è stato fermato dalla Squadra Mobile di Roma, ritenuto un componente del gruppo di tre ragazzi che a maggio si è reso protagonista di uno stupro ai danni di una etiope di 21 anni alla discoteca Factory. Per lui l'accusa è di violenza sessuale di gruppo aggravata; nelle prossime ore il fermo dovrà essere convalidato dal gip. Le indagini sono state condotte dagli uomini della IV Sezione Reati Sessuali e in Danno di Minori della Squadra Mobile e coordinate dai magistrati del Gruppo Antiviolenza della Procura della Repubblica. Attualmente non sono stati ancora rintracciati i restanti due complici. Il fermo è avvenuto sul nuovo posto di lavoro, in una università privata del quartiere Salario dove fa il manutentore. E nei suoi confronti, spiegano gli inquirenti, sono stati trovati "gravi e puntuali indizi di reità".

P.R.G. si è difeso: "Non sono stato io, non c'entro nulla". Secondo quanto si apprende, ha precedenti per reati contro il patrimonio e in passato aveva lavorato come factotum nel locale. Conosceva dunque molto bene la discoteca e lo sgabuzzino attiguo, luogo dove la ragazza è stata stuprata la mattina del 19 maggio scorso. La polizia, coordinata dall'aggiunto Maria Monteleone e dal pm Francesca Passaniti, continua le indagini sugli altri due uomini che quel giorno avrebbero partecipato alla violenza.

La titolare del Factory Club ha così commentato il fermo: "Abbiamo avuto una revoca di una autorizzazione che avevamo qui dal 1968, presa da mio padre con il chioschetto trasformato in anni di sacrifici, con investimenti continui. Una attività famigliare costruita con i 'buffì e che per questa e altre stupidaggini che possono succedere in una discoteca, è distrutta". Elisabetta si è infine sfogata: "Noi siamo stati un mese e mezzo completamente chiusi, praticamente falliti, perché io qui pago un bel pò di affitto, parte dei dipendenti sono dovuti andar via, parte ho dovuto mantenerli con contratti, eccetera. A noi questa situazione ci ha distrutto dal punto di vista economico, ma anche dell'immagine perché hanno pensato bene di chiudere la discoteca dei ragazzi di Roma Nord, che magari hanno violentato la ragazza di colore. Io adesso per lavorare nell'area esterna ho dovuto prendere nuove licenze, quando quelle erano licenze storiche che erano mie da mio padre nel 1968, in Italia penso sia l'unico locale ad avere licenze tanto vecchie".

La testimonianza

Alcuni testimoni hanno riferito che uno dei ragazzi aveva i capelli ricci e biondi e indossava una camicia nera. Gli investigatori hanno analizzato accuratamente le oltre 600 fotografie scattate quella notte all'interno del locale; il gruppo è stato immortalato dall'unica videocamera di sorveglianza presente all'ingresso della discoteca.

La vittima aveva raccontato agli investigatori: "Lui me lo ricordo bene, gli altri due non saprei descriverli. Ero troppo sconvolta. Sembrava a posto, gentile, divertente. Innocuo soprattutto. Abbiamo bevuto qualcosa insieme. L’ho seguito in quel ripostiglio, ma lui all’improvviso mi è saltato addosso. Ho lottato, ci ho provato ma nessuno mi ha sentito. Non ero ubriaca, avevo bevuto poco, anche con i miei amici con i quali sono andata più volte al Factory. Ma lui non l’avevo mai incontrato prima.

Mi è sembrato che quel giovane fosse italiano, parlava bene italiano almeno".

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