Cronaca locale

Il testimone: "Anastasiya prima del colpo disse a Luca 'tutto a posto'"

La versione di Domenico Munoz, amico della vittima: "La sera dell’aggressione ho percepito che Luca, Anastasiya e Princi stavano facendo qualcosa di poco lecito"

Il testimone: "Anastasiya prima del colpo disse a Luca 'tutto a posto'"

Novità agghiaccianti sulla morte di Luca Sacchi, il 24enne ucciso con un colpo di pistola alla testa nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso davanti al John Cabot, pub in zona Appio, nella capitale, durante una presunta compravendita di droga finita male. “La sera dell’aggressione ho percepito che Luca, Anastasiya, Giovanni Princi e le persone notate in via Latina stavano facendo qualcosa di poco lecito e, come da mia abitudine, ho preferito farmi i fatti miei”. Lo ha raccontato Domenico Costanzo Marino Munoz, amico di Luca, sentito come persona informata sui fatti il 6 dicembre scorso nell’ambito dell’inchiesta sulla tragica morte del personal trainer.

Il verbale dell’audizione è stato depositato dalla procura della capitale questa mattina nel corso dell’udienza davanti al tribunale del Riesame. “Da quello che ho appreso durante questo periodo dai giornali ritengo molto verosimile che la sera dell’aggressione Luca, Anastasiya, Princi - ha affermato Munoz - i due soggetti conosciuti da quest’ultimo e probabilmente i due aggressori, avessero concordato una cessione o l’acquisto di sostanze stupefacenti. Non penso proprio che qualcuno abbia fatto traffico di moto rubate o parti di esse. Anzi lo escludo”.

Quindi, da questa dichiarazione, emerge che anche Luca dovesse conoscere la natura dell’incontro quella maledetta notte. “Dopo la morte di Luca ho deciso di allontanarmi dagli amici. Una sera dopo, Giovanni Princi, mi ha detto di voler passare la serata con me. Ma io, palesando la voglia di stare solo con la mia fidanzata, ho declinato l’invito”, dice. La verità è che il teste aveva intenzione di non incontrare Princi perché aveva percepito che lui aveva avuto un ruolo nella vicenda criminale.

“So che Luca ed Anastasiya - ha raccontato ancora Munoz - avevano intenzione di convivere in un appartamento con Princi e la sua fidanzata. Ricordo che loro avevano visto già qualche abitazione. Che io sappia non la avevano ancora trovato”. Poi il giovane confessa di aver avuto paura di un’eventuale ritorsione da parte dei criminali che lo avevano visto lì con Luca. E che avevano puntato la pistola anche nella sua direzione, sebbene non proprio nei suoi confronti.

Questo ragazzo davanti ai magistrati ha riavvolto il nastro tornando a quella notte. “Anastasiya Kylemnyk ha detto a Luca: 'tutto a posto'. Luca non ha detto nulla, ma ha annuito con la testa. Io non ho chiesto nulla”, ha messo a verbale. Munoz ha raccontato quanto avvenuto prima e dopo lo sparo con cui - la notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso davanti al John Cabot, pub in zona Appio Latino - Valerio Del Grosso ha ucciso Sacchi. “Giovanni Princi (amico di Luca e arrestato per il tentativo di acquisto di droga) ci ha salutato sul marciapiede di via Bartoloni mentre eravamo presenti io, Luca ed Anastasiya”.

Munoz ha poi detto che Anastasiya si è allontanata. "Non ho visto cosa facesse perché si trovava alle nostre spalle e avrà detto qualcosa a Luca che io non ho percepito. Anastasiya aveva lo zaino in spalla e credo che sia tornata in dietro verso via Latina, ma non l’ho vista perché io e Luca avevamo già svoltato l’angolo su via Mommsen.

La fidanzata di Luca dopo circa due minuti ci ha raggiunti e ha detto a lui: 'Tutto a posto'”.

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