Cronaca locale

Villa Doria Pamphilij in balìa dei tossici e della prostituzione

Accampamenti abusivi, droga e prostituzione: sono alcune delle piaghe che affliggono Villa Doria Pamphilij, il secondo parco più grande di Roma, situato nel quartiere Gianicolense

Villa Doria Pamphilij in balìa dei tossici e della prostituzione

Accampamenti abusivi, droga e prostituzione: sono alcune delle piaghe che affliggono Villa Doria Pamphilij, il secondo parco più grande di Roma, situato nel quartiere Gianicolense.

La prostituzione femminile

Qualche settimana fa, sotto il ponte Artemisia Gentileschi che collega le due aree della villa, i vigili urbani del Pronto intervento centro storico (Pics) hanno effettuato l’ennesimo sgombero di senza fissa dimora, ma a distanza di pochi giorni gli insediamenti sono tornati al loro posto. Poche centinaia di metri più avanti ci sono i segni evidenti della prostituzione notturna: fazzoletti, preservativi e le cassette di frutta e verdura usate come seggiole. Appena fuori dal cancello ci sono i resti di un falò, acceso dalle lucciole per riscaldarsi. “Entrano dai varchi che si sono creati nella cancellata che dovrebbe recintare il parco e che è costata oltre due milioni di euro”, denuncia Paolo Arca, presidente dell’associazione per Villa Pamphilj. Il cancello è stato divelto in diversi punti dalle ragazze che scelgono la villa per appartarsi con i loro clienti e dai senza fissa dimora che vivono all’interno. Nel parcheggio ci sono anche diverse roulotte abitate da stranieri provenienti dall’Est europeo

La prostituzione maschile

E a prostituirsi non sono solo le donne. Un’intera area del parco è dedicata alla prostituzione maschile diurna. “I gigolò sono soprattutto orientali, ragazzi del Sud Est asiatico, ma anche indiani, bengalesi, slavi, rom o sbandati italiani – spiega Arca - esistono dei siti e delle app ad hoc per i clienti, chi entra nel parco si mette subito in contatto con lo smartphone e, poi, si apparta in una boscaglia riparata dagli alberi”. Negli anni il parco è diventata una vera e propria mecca per i “prostituti” e i loro clienti, come dimostrano le retate della Polizia Locale che scattano sistematicamente dopo le segnalazioni di residenti e frequentatori della villa. Una “prestazione” costa sui 20-30 euro e il business è continuo, come dimostrano le decine di preservativi che troviamo sul fogliame. “Qui dentro fanno di tutto, dai festini a base di alcol a quelli a luci rosse”, continua il presidente dell’associazione che si batte per il decoro nella villa. “Il rischio – spiega – è che i bambini che giocano qui intorno si imbattano in questo tipo di situazioni che oltrettutto possono facilmente degenerare”.

L'aera del parco in balìa dei tossici

Che di notte il parco si trasformi in un dormitorio a cielo aperto lo testimoniano le mini-discariche abusive che troviamo un po’ ovunque attraversando i boschetti della villa. A terra ci sono pentole, bottiglie di plastica e resti di fuochi usati per cucinare o per estrarre il rame dai fili elettrici. “In questa boscaglia spesso vengono ritrovate anche borse e portafogli rubati, alcuni nomadi si appartano qui per controllare la refurtiva”, denuncia Arca. L’area di via di Donna Olimpia, invece, è ormai preda dei tossicodipendenti. Ai lati del viale che porta al laghetto troviamo decine di siringhe e fazzoletti sporche di sangue. “L’eroina da qualche anno è tornata alla ribalta, quella di via di Donna Olimpia è una delle piazze di spaccio di Roma e i tossici hanno scelto proprio questo punto per venirsi a bucare dopo aver acquistato le dosi”, racconta l’attivista. “Il problema – accusa – è che a poche decine di metri c’è un’area giochi per i bambini, le siringhe finiscono sotto il fogliame e così c’è anche l’eventualità che i bambini possano ferirsi inavvertitamente”.

Le responsabilità della politica

“Né l’Ama né il servizio giardini si preoccupa di pulire, se non su segnalazione – prosegue – così gli aghi si accumulano giorno dopo giorno, l’ultima volta che li abbiamo chiamati hanno portato via 330 siringhe”. “Degrado, furti e occupazioni sono all’ordine del giorno”, denuncia anche il consigliere leghista del XII, Giovanni Picone.

“Il Campidoglio – propone – potrebbe affidare le aree abbandonate alle associazioni, come ad esempio quelle composte da ex membri delle forze dell’ordine, per controllarle, anziché lasciarle morire nel degrado”.

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