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Romney gioca la carta della fedeltà coniugale. Ron Paul sarà il guastafeste?

A pochi giorni dal voto in Iowa continua il testa a testa tra i candidati. Romney strizza l'occhio ai conservatori e ricorda a tutti di essere sposato da 42 anni

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La lunga maratona elettorale americana sta per partire: la prima tappa è nell'Iowa, il "granaio degli Stati Uniti", dove il 3 gennaio si terranno i caucus (votano gli iscritti al partito). Il 10 gennaio toccherà al New Hampshire, con le primarie. Gennaio si concluderà con gli appuntamenti in Carolina del Sud (21 gennaio) e in Florida (il 31 gennaio). Dopo i caucus del 4 febbraio in Nevada e Maine, gli occhi di tutti saranno puntati sul famoso "Super Tuesday", che sarà il prossimo 6 marzo, il martedì in cui si svolgeranno le primarie in 10 stati. L'appuntamento potrebbe già chiudere la partita delle primarie, dal momento che il gran numero di stati in cui si vota in passato ha già dato ad uno dei candidati in lizza la certezza matematica di avere il numero necessario di voti dei delegati per ottenere la nomination alla convention di agosto. È fissata, comunque, per il 26 giugno la tappa elettorale nello Utah, che chiuderà ufficialmente le primarie.

Niente primarie per Obama

Come è noto quest'anno non ci saranno primarie democratiche, e Obama, che corre per il secondo mandato, otterrà la conferma ufficiale della propria candidatura alla convention che i democratici terranno dal tre al sei settembre prossimi a Charlotte, in Carolina del Nord. Con la conclusione delle convention la campagna elettorale entrerà nello sprint finale e decisivo che culminerà con i tre dibattiti televisivi - il primo fissato per il tre ottobre - tra Obama e il candidato repubblicano. Dibattiti che spesso sono risultati decisivi per orientare il voto, soprattutto nei cosidetti swing state, letteralmente gli stati che oscillano, quelli che non sono solidamente repubblicani o democratici come altri e quindi ogni quattro anni risultano decisivi per la conquista della Casa Bianca

La carta segreta di Mitt Romney

Per mesi ha preferito restare lontana dai riflettori, tenendosi alla larga dall'attività politica del marito. Poi, quando il gioco si è fatto duro, anche Ann Romney, moglie dell'ex governatore del Massachusetts, ha deciso di "scendere in campo". Nelle ultime settimane di campagna elettorale in Iowa, la 62enne moglie di Mitt Romney, madre dei suoi cinque figli, potrebbe essere la "carta segreta" in grado di assicurare la vittoria di un candidato sicuramente forte ma per nulla carismatico e incapace di scaldare i cuori degli elettori. Tenendo la moglie al proprio fianco Romney vuole lanciare un segnale agli elettori più conservatori: la solidità del suo matrimonio, contro i tre matrimoni e i due discussi divorzi di Newt Gingrich. "Ecco quello che è Mitt, è solido, si può contare su di lui, non ti abbandonerà mai nei momenti più difficili", ha detto la signora Romney, in uno dei numerosi incontri con le elettrici dell'Iowa che ha avuto negli ultimi giorni di campagna elettorale, raccontando come il marito le sia stato accanto nella battaglia con la sclerosi multipla che le è stata diagnosticata nel 1998. Proprio l'opposto di quello che ha fatto Gingrich - è quanto si legge tra le righe delle dichiarazioni di Ann - che avrebbe abbandonato non una ma due mogli malate, per poi convolare in terze nozze con una donna di 23 anni più giovane di lui, Callista Bisek, la sua ex segretaria.

Romney vola in New Hampshire

Accantonato il voto in Iowa, dove il 3 gennaio inizia la lunga corsa delle primarie repubblicane, la battaglia si sposterà in New Hampshire (si vota il 10 gennaio). Nel piccolo stato del Nordest Romney gode di un vantaggio granitico. Gli ultimi sondaggi lo danno 27 punti avanti sia su Ron Paul che a Newt Gingrich. Questo cospicuo divario permetterà a Romney di concetrarsi nei prossimi giorni unicamente in Iowa, nella speranza di potersi assicurare la vittoria ai caucus di martedì prossimo, o comunque un risultato importante.

Ron Paul, guastafeste per il Gop

Dopo tanti anni di impegno in politica ora Ron Paul può diventare il guastafeste delle primarie repubblicane. Il 76enne deputato texano, da molti considerato i "padrino del Tea Party", è in pole position in Iowa, ed ha fatto un forte balzo in avanti nei sondaggi a livello nazionale. Gli ultimi lo vedono impegnato in un testa a testa con Mitt Romney nello stato del mid west che martedì prossimo aprirà il cammino delle primarie. E dove, a differenza di altri candidati, Paul ha costruito in questi mesi una solida campagna, arrivando a spendere, solo la scorsa settimana, ben 600mila dollari in spot in tv per attaccare  Gingrich. Barbaro gioco al massacro? No, le primarie sono anche questo: scontro aperto, scontro duro, dove non si fa finta di essere amici dandosi poi coltellate alle spalle. Ci si sfida per vincere. E per farlo si attaccano duramente gli avversari...

senza esclusione di colpi.

 

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