Politica

Rossi e Renzi: "Fateci devastare Firenze". Ma il manifesto è un falso

Anonimi fiorentini affiggono sui muri
del capoluogo toscano un finto messaggio
ai cittadini firmato da finti sindaco e governatore

«Ci avete già lasciato devastare il Mugello, fateci tentare anche con Firenze». Firmato Matteo Renzi Comune di Firenze, e «Ernesto Rossi», Regione Toscana (un'evidente storpiatura del nome corretto del governatore, Enrico Rossi, che tira in ballo, forse inconsapevolmente un prestigioso intellettuale liberalsocialista). Sono il titolo e l'intestazione di un manifesto abusivo, dedicato all'infrastruttura per il sottoattraversamento ferroviario del capoluogo toscano, affisso da anonimi in svariati punti della città e di natura palesemente provocatoria.
Il testo del cartellone, che si rivolge ai cittadini di Firenze, li invita a «non arrabbiarsi e non scendere in strada a bloccare i lavori, a non imitare quei terroristi che abitano in Val di Susa», rispettando «la legge fino all'ultimo respiro: restate - vi si legge - chiusi nelle vostre case a sperare nel vostro politico di fiducia, continuate a fare appelli alle autorità e a raccogliere firme. In cambio vi promettiamo che invieremo una corona di fiori al vostro funerale e poseremo una targa marmorea a imperituro ricordo del vostro sacrificio nella sala d'attesa della futura stazione».
Nel manifesto-sblerleffo si spiega anche che la stazione dell'Alta velocità di Firenze è «la ciliegina sulla torta che manca alla tratta d'alta velocità Milano-Roma, e, «coerentemente con quella che è sempre stata la nostra politica - scrivono il falso sindaco e il falso governatore - è stato scelto il progetto più faraonico e costoso».

«Se poi la realizzazione del tunnel dovesse far crollare «decine o centinaia di palazzi, magari causando un numero imprecisato di vittime, se per oltre dieci anni Firenze dovrà sopportare il viavai di decine di camion, se l'inalazione delle polveri sottili sollevate dai lavori riempirà ambulatori e ospedali di malati e i cimiteri di deceduti - si chiedono retoricamente gli autori del manifesto - non vi sembra che tutto ciò sia comunque un disagio minimo e ragionevole a fronte di un'opera meravigliosamente moderna il cui costo finale secondo l'amministratore delegato delle Ferrovie non arriverà nemmeno ai due miliardi di euro?».

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