Cronache

Russi in stato di allarme: "Gli orsi polari invadono il villaggio"

Le autorità della cittadina di Arcangelo corrono ai ripari: «Sono 52, abbiamo paura»

Russi in stato di allarme: "Gli orsi polari invadono il villaggio"

Hanno fame. Viaggiano su piccoli iceberg o nuotano nel ghiaccio marino disciolto perché il loro raffinato olfatto sente l'odore del cibo. E non importa se per l'uomo è pattume.

Loro hanno fame e divorano di tutto senza badare alla prelibatezza del pasto. Loro, sono gli orsi polari che hanno invaso una cittadina russa dove sorge un insediamento militare.

Pochi giorni fa infatti le autorità regionali di Arcangelo, nel nord della Russia, hanno deciso di introdurre lo stato di emergenza per l'insediamento militare sull'isola meridionale di Novaya Zemlya.

«Da dicembre 2018 a febbraio 2019 un folto gruppo di orsi polari si è piazzato intorno all'insediamento. Ci sono ben 52 orsi polari all'interno del territorio del villaggio» ha affermato il vice capo dell'amministrazione municipale di Belushaya Guba, Aleksandr Minaev, in una dichiarazione ala stampa.

Minaev riferisce che alcuni degli orsi sono aggressivi e sono entrati negli edifici residenziali e negli uffici.

Belushaya Guba è il principale insediamento dell'Arcipelago Artico, in gran parte dimora del personale militare e delle loro famiglie.

La base aerea militare di Rogachevo si trova a pochi chilometri fuori città e ci sono circa 560 persone che vivono nell'insediamento, compresi i bambini a scuola e e quelli in età da scuola materna.

Per quanto ancora non ci siano stati incidenti fatali, alcuni orsi si sono spinti fin dentro il territorio del comune e pare abbiano avuto non proprio gradevoli contatti del terzo tipo con la popolazione locale che oggi vive nella paura di uscire per strada.

Nella cittadina, e alla sua periferia, è stato dichiarato lo stato di emergenza e e una task force di biologi è in viaggio verso la Novaya Zemlya per valutare la situazione e prendere decisioni che potrebbero anche essere drastiche.

Nel frattempo, dalla fine di dicembre i militari pattugliano e sorvegliano le strade per garantire la sicurezza, ma senza l'effetto desiderato che ottenevano inizialmente.

Gli orsi polari non reagiscono più al rumore e ai segnali luminosi delle guardie che pattugliano i confini del territorio dotati di speciali cani addestrati e di automobili con potenti proiettori luminosi e segnali rumorosi che dovrebbero spaventare e allontanare i plantigradi.

«Le persone hanno paura, hanno paura di lasciare le loro case, di espletare le loro attività quotidiane e i genitori hanno paura di lasciare che i bambini vadano a scuola e all'asilo», spiega Minaev.

Gli orsi polari sono protetti nell'Artico russo dal 1956, da quando sono stati inseriti nella lista rossa degli animali in via d'estinzione e finora, il servizio federale russo per la supervisione delle risorse naturali ha rifiutato il permesso di sparare agli orsi polari, anche a quelli che si sono dimostrati più aggressivi.

Negli ultimi anni, gli orsi polari si sono avvicinati spesso alle città costiere della Russia settentrionale, sia sulla terraferma che sugli arcipelaghi.

A causa dello scioglimento del ghiaccio marino, gli orsi sono spesso bloccati sulla riva. Il ghiaccio marino si ritira dalla riva molto prima in estate che in passato e, come accade in Novaya Zemlya, il mare semplicemente non si congela più durante l'inverno.

Gli esperti ora diretti a Belushaya Guba sperano di trovare il modo di risolvere la situazione, ma se nulla funziona, sparare agli animali può diventare l'unica e necessaria misura per garantire la sicurezza.

E il sangue sul ghiaccio è sempre un pessimo contrasto di colore.

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