Salone del Mobile. MilanoI colori? Da frutti e fiori E la casa sa pure d'arancio

Salone del Mobile. MilanoI colori? Da frutti e fiori E la casa sa pure d'arancio

Rosso robbia, nero carbone, blu guado. Per davvero. Nel senso che il pigmento vegetale estratto dalla pianta rubiacea si fa colore intenso nel barattolo per tinteggiare. Il carbone vegetale delle carbonaie, poi, si presta a scurire qualsiasi tonalità. E che blu quello del guado (detto anche blu di cuccagna) ricavato dalla macerazione di estratti di pianta, lo stesso che fece brillare le divise di Napoleone. Sì perché prima delle vernici acriliche e dei solventi sintetici, prima che la chimica guadagnasse spazio nelle nostre case, i colori erano solo frutti (puri) di madre natura, senza additivi.
Così li usavano Michelangelo e Raffaello. Sfumature uniche e irripetibili, quelle della terra d'Italia, di Provenza o di Cipro (per i mattoni e i rossi), dei fiori (reseda e cartamo per il giallo, indaco per il blu), dei frutti (come il mallo di noce per le nuances dal marrone intenso al nero). E oggi c'è chi ripropone questi colori per tinteggiare le pareti di casa. Quanto a diversità, la natura non è avara, «si parte da 320 colori, da qui ne ricaviamo infinite varianti - spiega Walter Nalin, consulente di Bio Abitare, il gruppo che a Bresso (Milano) distribuisce le vernici senza additivi -. C'è poi da considerare l'effetto sole, le terre restituiscono tonalità diverse a seconda di quanta luce ricevono». Non solo frutti e fiori, anche uova e latte, oli essenziali, succo d'arancia, sapone di Marsiglia e calce. Perché se è vero che le fibre naturali sulla pelle permettono al nostro corpo di respirare e ci mettono al riparo da fastidiose allergie, lo stesso vale per l'involucro che ci ospita. L'intonaco, ci spiegano gli esperti, è l'unico elemento che funge da regolatore «termo-igrometrico», contiene la giusta umidità, insomma. «Ancora oggi, tempo di avanzate tecnologie, è la calce, opportunamente miscelata ai colori naturali, che protegge le murature garantendone traspirabilità e permeabilità al vapore» assicura Nalin. L'azienda che produce le tinte esibisce la certificazione, 100% biologica. Uova e latte (eccedenze alimentari o prodotti in scadenza) si comportano come colle, impediscono che la colorazione si sfaldi senza rilasciare composti volatili tossici. Come leganti si usano anche amidi, cera d'api, grassi e oli. «E quando usiamo il latte facciamo in modo che si conservi naturalmente, usiamo gli aceti e le propoli per acidificare o alcalinizzare e altre molecole che stabilizzano il pH e la carica batterica, acidi citrici, borati e sali, in questo modo si assicura l'assenza di muffe e batteri». E visto che la produzione comprende anche stucchi, trattamenti per legni e metalli, ecco gli oli essenziali al timo o all'arancia o i carbonati e la calce, «quest'ultima inserita nelle tinture garantisce traspirabilità e modera l'umidità - spiega Nalin - La mia abitazione così trattata è isolata naturalmente, fresca d'estate e tiepida d'inverno. C'è poi un altro vantaggio: quando arriva il momento di passare la seconda mano di vernice, non è necessario scrostare nulla, perché il muro assorbe i prodotti naturali e l'intonaco non va tolto».
Le pitture a calce si stendono a pennello, le altre con il rullo. Il risultato è di incomparabile bellezza, «le sfumature dei pigmenti naturali non si ritrovano nelle gamme imposte dai tintometri» mostrano da Bio Abitare.

In fondo anche questa è una natura da scoprire.

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