Salute

Cancro, incriminate pillole per la pressione: potrebbero aumentare il rischio

Responsabili del cancro ai polmoni sarebbero le bradichinine, sostenze chimiche contenute nei farmaci ipertensivi

Cancro, incriminate pillole per la pressione: potrebbero aumentare il rischio

La forte incidenza di pazienti affetti da cancro ha portato alla "demonizzazione" di determinati alimenti o prodotti che pare possano incidere nelle formazioni tumorali. Ma quando il prodotto incrimato è un farmaco che dovrebbe aiutarci a star meglio come ci si dovrebbe comportare?

Secondo uno studio effettuato in Canada dai ricercatori della McGill University di Montreal, le pillole per il controllo della pressione sanguigna potrebbero aumentare il rischio di cancro ai polmoni.

Avere la certezza o meno della validità di questa scoperta scientifica potrebbe davvero fare la differenza e proprio per questo il team di ricerca ha espresso la volontà di condurre "ulteriori studi, con follow-up a lungo termine, per studiare gli effetti di questi farmaci sull'incidenza del cancro del polmone".

Responsabili del cancro ai polmoni sarebbero le bradichinine, sostanze chimiche contenute nei farmaci ipertensivi. Il rischio di un cancro polmonare aumenterebbe con l'aumentare degli anni di assunzione: possibilità del 22% per l'assunzione del farmaco per 5 anni, del 31% per 10 anni.

Come riporta Daily Mail, il dato diventa ancor più significativo alla luce del fatto che solo negli Stati Uniti, quasi la metà della popolazione soffre di pressione alta. Un disturbo che in effetti è molto comune.

Ma con i risultati non sono tutti d'accordo. Il professor Stephen Evans della London School of Hygiene and Tropical Medicine, ha affermato che la correlazione tra farmaci e cancro è poco probabile: "Trarre conclusioni importanti e parlare dell'impatto sulla salute pubblica in questa situazione sembra prematuro".

Dubbi che ovviamente non possono risparmiare gli stessi ricercatori.

La ricerca infatti prevede un lungo iter di sperimentazione e proprio per questo il gruppo di ricerca ha chiesto di poter continuare con lo studio: "Dato il potenziale impatto dei nostri risultati, devono essere replicati in altri contesti, in particolare tra i pazienti esposti per periodi più lunghi".

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