Salute

Italiani meno depressi rispetto a 10 anni fa

Però il 40% non vuole chiedere aiuto. Al Sud si registrano maggiori casi di depressione

Italiani meno depressi rispetto a 10 anni fa

Gli italiani sarebbero meno depressi rispetto a dieci anni fa. O almeno, questo è quanto emerso da un’indagine i cui dati sono stati pubblicati on line su Epicentro, il portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica a cura dell'Istituto Superiore di Sanità, nell'ambito della sorveglianza Passi, Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia. Il 40% delle persone affette da depressione non chiede aiuto e non si rivolge a un esperto. Gli adulti con sintomi depressivi adesso sono il 6%, mentre nel 2008 erano il 7,8%. Lo studio ha esaminato individui di età compresa tra i 18 e i 69 anni.

C’è però da sottolineare che non vi è la medesima situazione in tutta l’Italia. Al Sud infatti non vi sarebbe lo stesso calo registrato nel resto del Paese. Addirittura in alcune Regioni le percentuali di casi depressivi sarebbero decisamente superiori. Come per esempio in Molise, Campania, Sardegna, Emilia Romagna e Umbria. E’ più facile trovare sintomi depressivi nelle persone avanti con gli anni, l’8% dei depressi italiani avrebbe infatti un’età compresa tra i 50 e i 69 anni. Le donne sarebbero maggiormante colpite, circa il 7%, e così anche le fasce sociali più basse, inferiori per istruzione e benessere economico. Inoltre tra i depressi l’8% è occupato da persone che non hanno un lavoro fisso, il 13% da chi è un malato cronico e l’8% da chi vive da solo.

Come ha spiegato il direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Asl Roma 2, Massimo Cozza, “Il trend in lieve diminuzione può essere spiegato con la parziale uscita dalla drammatica crisi economica del 2008”. Molto preoccupante invece il dato relativo alle persone affette da depressione che preferiscono non curarsi e non rivolgersi a specialisti “Il dato del 40% delle persone che riferisce sintomi depressivi ma non si cura è allarmante, oggi c'è possibilità di guarigione e abbiamo efficaci possibilità terapeutiche.

Si può e si deve chiedere aiuto” questo l’appello di Cozza.

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