Salute

Dentro l'«Intelligenza della Salute»

È il tema centrale del 5° Festival della Scienza Medica. Tre premi Nobel tra gli ospiti

Viviana Persiani

Un tema importante, come quello della «Intelligenza della Salute» sarà al centro della quinta edizione del Festival della Scienza Medica, in programma a Bologna dal 9 al 12 maggio prossimi. Una manifestazione fondamentale per la nostra cultura, che vede protagonisti, ogni anno, scienziati di fama internazionale, tra cui Premi Nobel, massimi esperti in diversi campi della ricerca e dell'innovazione, con l'ambizioso obiettivo di avvicinare e rendere accessibile al grande pubblico la cultura medico-scientifica e le sue sfide.

Un'occasione per affrontare tematiche importanti come le frontiere della mente, il futuro della genetica, la medicina di precisione, il ruolo dell'Intelligenza Artificiale, l'informazione e le fake news in ambito medico. Il successo crescente di pubblico del Festival, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e da Genus Bononiae. Musei nella città continua a registrare, anno dopo anno, numeri in crescendo, con oltre 55mila presenze nel 2018. Del resto, per questa nuova edizione, che sarà inaugurata il 9 maggio, presso il Salone del Podestà di Palazzo Re Enzo, con un intervento da parte del presidente Fabio Roversi Monaco, si prevedono oltre 130 relatori e 80 eventi tra lezioni magistrali, convegni, incontri, spettacoli, assieme ai consueti appuntamenti dedicati alle scuole.

Il tema portante di quest'anno ha origine dalle ricerche in capo alla cosiddetta «epidemiologia cognitiva», che dimostra l'esistenza di una correlazione misurabile tra intelligenza e salute personale e collettiva. L'intelligenza, infatti, guida verso il conseguimento di uno status socioeconomico che protegge la salute, in un circolo virtuoso che si riverbera sull'intera società, contribuendo a renderla più sana, civile ed equa. Si diceva dei Premi Nobel. In questa nuova edizione, il Festival ne accoglierà ben tre: John Gurdon, Premio Nobel per la Medicina 2012, il primo a intuire e dimostrare, già negli anni Sessanta, che la clonazione era una prospettiva realistica, ragionerà sul delicato equilibrio tra conquiste scientifiche a essa legate e questioni etiche; Aaron Ciechanover, biologo e genetista, premiato con il Nobel per la Chimica nel 2004, affronterà le questioni bioetiche legate alla medicina di precisione, che tramite la profilazione molecolare e biochimica individuale invade il campo della privacy; a Bologna ci sarà anche Tomas Lindahl, Nobel 2015 per la Chimica per i suoi studi sui meccanismi di riparazione del DNA, con la consueta lezione conclusiva del Festival a giugno.

Il legame tra intelligenza e salute, al centro del Festival, implica riflessioni che interessano ampie prospettive, di natura non solo sanitaria ma anche economica, sociale, etica. A 20 anni dalla pecora Dolly, invece, si ragionerà delle nuove frontiere della genetica, così come, a proposito dell'informazione medico scientifica, si discuterà di come evitare le trappole, combattendo le fake news. E, a proposito di Intelligenza Artificiale, Big Data, Internet of Things: quale sarà il futuro della medicina? Confermate le tradizionali iniziative dedicate alle scuole: una particolare attenzione sarà dedicata al tema della resistenza antimicrobica, indirizzato agli istituti superiori. Così come ricco sarà il calendario degli eventi collaterali. Come afferma Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae e creatore del Festival: «Fin dalla sua comparsa sulla terra, l'uomo ha usato la sua intelligenza per garantirsi la salute e, dunque, la sopravvivenza. Da quelle forme rudimentali di intelligenza applicata alla salute, il salto all'oggi è vertiginoso, immersi come siamo in una realtà nella quale l'Intelligenza Artificiale affianca quella umana per rendere la medicina sempre più efficace: dalla ricerca farmacologica alla medicina personalizzata, ai robot che entrano nelle sale chirurgiche, consentendo gradi di precisione inimmaginabili, fino allo sviluppo della genomica, che apre possibilità terapeutiche nuove di cura e prevenzione. La rivoluzione che sta investendo il mondo della medicina non deve però arrivare all'estremo di vanificare la figura e il ruolo del medico, dal momento che la componente umana resta imprescindibile nel processo di relazione e cura tra medico e paziente».

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