Salute

L'accesso alle terapie del dolore e la conoscenza della Legge 38

Non esiste un'omogeneità sulle pratiche di utilizzo dei farmaci

Riccardo Cervelli

Non siamo condannati a soffrire. La Legge 38 emanata nel 2010 mira a garantire a tutti i cittadini il diritto ad accedere a terapie del dolore o a cure palliative adeguate per continuare a vivere o per morire dignitosamente. Inoltre, sempre più studi a livello internazionale dimostrano che il dolore cronico è fonte anche di danni economici e sociali. A che punto siamo nell'attuazione dei principi della Legge 38/2010? Quali sono gli ostacoli alla sua piena attuazione? Quali sono le buone pratiche per affrontare, da Paese civile, il problema del dolore acuto e cronico? Medici anestesisti, esperti di medicina d'urgenza, oncologi, ortopedici, medici di medicina generale, rappresentanti di altre specialità, farmacisti e rappresentanti di associazioni no-profit e di istituzioni si incontrano ogni anno al workshop Impact Proactive per affrontare questi argomenti

Il tema principale di quest'anno erano le disparities: «Ci sono ancora troppe disuguaglianze nelle diverse regioni italiane per quanto riguarda la problematica della gestione del dolore», ha sintetizzato Gian Franco Gensini, presidente e responsabile scientifico di Impact Proactive. Il problema della mancanza di omogeneità di approcci terapeutici e di accesso agli stessi tipi di farmaci tra una Regione e l'altra è stato sottolineato da Raffaella Pannuti, presidente della Fondazione Ant (Onlus che fornisce assistenza specialistica domiciliare ai malati di tumore sul territorio nazionale): «Il Questionario sul dolore che abbiamo inviato l'anno scorso assieme a Federconsumatori e Impact Proactive a migliaia di cittadini ha evidenziato una scarsa diffusione nella conoscenza della Legge 38 e del diritto a non soffrire, oltre a una evidente disparità nell'applicazione di tale norma nelle diverse zone. Ogni Regione legifera per sé, ogni Asl sceglie i propri modelli, complicando la burocrazia e creando situazioni paradossali».

Forti i messaggi verso la politica partiti quest'anno per affrontare, una volta per tutte, questo problema, legato anche a un'interpretazione troppo pedissequa del nuovo Titolo V della Costituzione.

L'evento ha toccato, inoltre, anche altri temi come l'uso degli oppiacei con un focus particolare sui falsi miti che si sono creati intorno a questi farmaci in seguito a studi effettuati oltre Atlantico, in una realtà completamente diversa dalla nostra - sull'importanza della medicina narrativa per comprendere meglio (attraverso il vissuto dei pazienti e dei loro familiari) le sofferenze reali, e l'agopuntura. Ancora un volta nel corso di quasi tutti gli interventi è stata auspicata la necessità di un rapporto sempre più collaborativo tra le branche della medicina più interessate al tema del dolore, le associazioni degli infermieri, i farmacisti e gli enti che si occupano di assistenza socio-sanitari a ogni livello nei territori.

Ultima ma non meno importante, una corretta ed efficace comunicazione ai cittadini.

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