Salute

"Malattie neurologiche prima causa di morte fra 20 anni"

I neurologi italiani e l'Organizzazione mondiale della Sanità lanciano l'allarme sulle patologie neurologiche, in particolare con l'invecchiamento della popolazione italiana e mondiale

"Malattie neurologiche prima causa di morte fra 20 anni"

Le patologie neurologiche "colpiscono oltre 1 miliardo di persone nel mondo, e saranno la principale causa di morte e disabilità tra vent'anni". L'allarme è stato lanciato durante il 49esimo congresso nazionale della Società italiana di neurologia (Sin) e i dati sono dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

"Anche in Italia le patologie neurologiche fanno registrare numeri allarmanti - avverte la Sin - 150 mila i nuovi casi di ictus ogni anno, con circa 800 mila persone che sono sopravvissute allo 'stroke' ma che portano i segni di invalidità; 300 mila i pazienti con malattia di Parkinson; 120 mila colpiti da sclerosi multipla; 5 milioni le persone che soffrono di emicrania".

Come affermato dal presidente Gianluigi Mancardi, "a fronte di questi numeri, la sfida della neurologia italiana per il futuro si presenta davvero impegnativa e sarà necessario uno sforzo comune per mantenere i livelli scientifici e migliorare quelli assistenziali in ambito neurologico".

Ci sono segnali incoraggianti, in particolare i progressi terapeutici nell'ambito della sclerosi multipla e sul fronte del Parkinson. Ma la sfida è tutt'altro che semplice. Il progressivo invecchiamento della popolazione costringe a riflettere sul futuro dell'assistenza sociale. E l'Italia, che è tra i Paesi più interessati da questo fenomeno, l'aumento dell'incidenza di patologie neurologiche legate all'età avanzata, aumenterà sensibilmente. Bastano i numeri forniti da Carlo Ferrarese, direttore scientifico del Centro di Neuroscienze di Milano dell'Università di Milano-Bicocca: "Secondo i dati del Global Impact of Dementia, nel 2050, con il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale, il numero di persone con diagnosi di demenza triplicherà, passando dagli attuali 46,8 milioni a 131,5 milioni.

Non solo: ogni anno saranno 9,9 milioni i nuovi casi (1 ogni 3 secondi)".

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