Salute

Mangiarsi le unghie: le motivazioni psicologiche

Mangiarsi le unghie è un’abitudine molto diffusa chiamata onicofagia. E’ un vero e proprio disturbo che ha a che fare con la personalità. Ad essere inclini a questa abitudine insana sono le persone perfezioniste e con mancanza di autocontrollo

Mangiarsi le unghie: le motivazioni psicologiche

L’abitudine a mangiarsi le unghie si chiama onicofagia ed è un’abitudine molto diffusa.

L’onicofagia è un vero e proprio vizio a cui tantissime persone non riescono proprio a sottrarsi. È sempre stata considerata un’abitudine dettata dallo stress e dal nervosismo. Un nuovo studio dell’Università di Montreal ha rivelato che mangiarsi le unghie potrebbe avere a che fare con la personalità dei soggetti che compiono spesso questo gesto.

In particolare, chi è incline a essere perfezionista è più portato a mangiarsi le unghie. È un’abitudine tipica di chi non può fare a meno di esercitare una forma di controllo su tutto quello che compie. La fascia di età che va dai 12 ai 18 è quella maggiormente coinvolta nella pratica di questo vizio. Il mangiarsi le unghie però coinvolge anche tantissime persone adulte. È una cattiva abitudine che non va assolutamente trascurata.

L’ onicofagia è annoverata tra i disturbi del controllo degli impulsi. Essa è l’incapacità di resistere agli impulsi che provocano un agire incontrollato e spesso irresponsabile e pericoloso per sé stessi e gli altri. Il mangiarsi le unghie può rappresentare una vera e propria forma di autolesionismo.

L’onicofagia cela dal punto di vista psicologico le seguenti cause:

Pressione emotiva e stress: questa abitudine è tipica di chi necessita di scaricare il suo nervosismo e la sua preoccupazione. In questo caso mangiarsi le unghie donerebbe un senso di sollievo fugace e immediato. Consentirebbe di sfogare tutta la propria tensione emotiva accumulata;

Forma autolesionistica: soprattutto in età adolescenziale questa abitudine diventa un modo per scaricare rabbia e aggressività non verso l’esterno ma verso se stessi;

Noia: nei momenti di inattività questa abitudine è più frequente e più difficile da controllare;

Per imitazione: un’altra motivazione potrebbe essere quella imitativa.

Si comincia ad acquisire questa abitudine in età infantile imitando un adulto che ha questa abitudine e credendo di comportarsi bene.

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