Salute

Gli oggetti più improbabili trovati nello stocamo

Non sono solo i neonati o i bambini molto piccoli a ingoiare oggetti strani. Anche quando si è cresciuti, testimoniano diversi ’case report’ sulle riviste scientifiche, può capitare che finiscano nello stomaco le cose più impensabili

Gli oggetti più improbabili trovati nello stocamo

Non sono solo i neonati o i bambini molto piccoli a ingoiare oggetti strani. Anche quando si è cresciuti, testimoniano diversi ’case report’ sulle riviste scientifiche, può capitare che finiscano nello stomaco le cose più impensabili. L’ultimo in ordine di tempo riguarda una ragazza di 13 anni in Corea del Sud che è riuscita a trangugiare, per fortuna senza conseguenze, il proprio fitness tracker, il dispositivo che monitora l’attività fisica. La storia è a lieto fine per tutti, scrivono i medici su Case Reports in Gastrointestinal Medicine, visto che anche il gadget non ha riportato danni. La ragazza, di 13 anni, ha dichiarato di aver ingoiato accidentalmente il suo Misfit Shine, delle dimensioni di un piccolo orologio da polso, mentre lo teneva in bocca durante una nuotata. Dopo aver atteso 30 ore per vedere se il tracker era in grado di attraversare da solo lo stomaco i medici hanno deciso di intervenire, per evitare che il dispositivo si rompesse esponendo la batteria, la parte più pericolosa. Il dispositivo, si legge nell’articolo, è stato ’spintò con un endoscopio su per lo stomaco, per poi farlo uscire dall’esofago.

"Il dispositivo - concludono i medici - è risultato perfettamente funzionante, nonostante l’acidità dello stomaco e le manipolazioni a cui è stato sottoposto". Non sempre, come ricorda Pier David Malloni per Ansa, le operazioni di rimozione sono così semplici. Recentemente un articolo sull’International Journal of Surgery Case Reports ha descritto la vicenda di un detenuto irlandese portato al pronto soccorso dopo aver ingerito un cellulare. In questo caso non è stato possibile estrarlo senza un vero e proprio intervento chirurgico. In un altro caso, descritto nel 2012 su BMJ Case Reports, un piccolo stuzzicadenti è riuscito a provocare grandi danni, trovando la strada fino al fegato di una paziente. Altri casi hanno riguardato pezzi di dentiere, strumenti dentistici e persino uno spazzolino, ingerito da una ragazza che cercava di utilizzarlo per indurre il vomito, il cui recupero è descritto su Case Reports in Gastroenterology.

I più a rischio di ’ingestioni pericolosè rimangono comunque i bambini, come conferma la bacheca del reparto di Chirurgia Digestiva dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, un vero e proprio ’museò delle cose più strane trovate negli anni, dai fischietti alle spille, dalle monete fino alle macchinine, da pezzi di giocattoli alle batterie.

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