Salute

Sepsi, quali sono i sintomi e come si cura

Solo in Europa si registrano ogni anno 700mila casi, di cui almeno 1 su 5 con esito fatale

Sepsi, quali sono i sintomi e come si cura

L'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) l'ha definita 'emergenza sanitaria'. Ogni anno, infatti, colpisce 30 milioni di persone causando 9 milioni di morti. Solo in Europa si registrano 700mila casi, di cui almeno 1 su 5 con esito fatale. Altrimenti definita setticemia, la sepsi è una sindrome clinica caratterizzata da un'esagerata Risposta Infiammatoria Sistemica (Sirs) messa in atto dall'organismo in seguito al passaggio nel sangue di microrganismi patogeni provenienti da un focolaio sepsigeno. Se tuttavia manca la componente flogistica, si parla di semplice batteriemia, ovvero di presenza di batteri nel sangue evidenziata da un'emocoltura positiva. Questa sindrome attraversa stadi di gravità crescente e pertanto necessita di un trattamento medico immediato.

Due sono i fattori responsabili della sepsi. Da un lato vi è l'infezione di un tessuto normalmente sterile da parte di agenti patogeni (virus, funghi, batteri). Dall'altro si considera l'abnorme risposta infiammatoria sistemica dell'organismo. L'infiammazione è il mezzo attraverso cui il corpo combatte le infezioni. Mentre in condizioni normali esiste un equilibrio tra i fattori pro e anti infiammatori, nella setticemia la risposta flogistica si esaspera e diviene sistemica. Una delle prime conseguenze è la formazione nei vasi sanguigni di coaguli microscopici, i trombi. Il cuore deve così pompare sangue con maggiore forza, gli organi invece soffrono per il ridotto apporto di ossigeno e nutrienti.

Gli episodi settici sono scatenati da microrganismi. Tra i più frequenti si ricordino l'Escherichia coli, la Klebsiella spp., lo Pseudomonas spp., la Candida spp. e gli stafilococchi meticillino-resistenti. Tale condizione può potenzialmente interessare qualsiasi soggetto. Tuttavia la giovane età o quella avanzata sono fattori predisponenti. A rischio altresì i forti bevitori, gli assuntori di sostanze stupefacenti, i malati di Aids e di cancro e chi soffre di insufficienza renale o epatica. Particolare attenzione deve essere posta nei confronti di determinate condizioni mediche: ascessi dentari, infezioni urinarie, appendicite perforata, meningite, polmonite, ustioni estese, ferite d'arma da fuoco e diabete. Non si dimentichi, poi, che la sindrome è un evento abbastanza frequente negli individui ricoverati in terapia intensiva.

I sintomi della sepsi sono la conseguenza dell'interazione tra i prodotti tossici dell'agente eziologico (virus, batteri) e la risposta del soggetto. Le manifestazioni tipiche comprendono: febbre o ipotermia, tachicardia, iperventilazione, alterazione della conta leucocitaria. In caso di setticemia grave il malato accuserà: oliguria, cambiamento repentino dello stato mentale, difficoltà respiratorie, attività cardiaca anomala, piastrinopenia e comparsa di piccole chiazze di color rosso scuro sulla cute. Nell'ultimo stadio si instaura il cosiddetto shock settico caratterizzato da una pressione sanguigna estremamente bassa (ipotensione severa) che si mantiene tale anche in presenza di uno stato volemico adeguato.

Un trattamento precoce e aggressivo è indispensabile per innalzare le possibilità di sopravvivenza. Nei casi più severi il soggetto necessita di un ricovero in rianimazione e di cure specifiche. Esse consistono nella somministrazione di antibiotici, fluidi, emoderivati, farmaci vasopressori, insulina, sedativi o antidolorifici e modulatori del sistema immunitario. Nei pazienti critici può rivelarsi necessaria l'ossigenoterapia o la dialisi per compensare la ridotta funzionalità renale nella purificazione del sangue. La maggior parte degli individui affetti da setticemia moderata recupera dall'evento, infatti il tasso di mortalità medio è del 15%.

Tuttavia esso sale considerevolmente nei casi più gravi.

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