Salute

Stare meglio con cani e gatti ai piedi del letto

La pet therapy combatte la solitudine dei malati e riduce l'ansia. E anche i conigli entrano nelle corsie degli ospedali

Daniela Uva

Sono ormai ospiti abituali dell'ospedale Niguarda di Milano, dell'azienda ospedaliera di Padova, dell'ospedale Le Molinette di Torino, del Meyer di Firenze e dell'Umberto I di Roma. Con la loro dolcezza e allegria portano gioia e serenità in corsia, regalando ai loro amici umani ricoverati qualche momento di spensieratezza.

Da quando in Italia sono entrate in vigore le linee guida che regolano gli Interventi assistiti con gli animali, la presenza di cani, gatti e conigli nei reparti è diventata una piacevole consuetudine. Anche perché un pet che fa visita al suo padrone malato contribuisce ad alleviarne la sofferenza e in qualche caso a facilitarne la guarigione. «La relazione con gli animali costituisce fonte di conoscenza, di stimoli sensoriali ed emozionali e di reciproco benessere» spiega Valentina Di Mattei, psicologa clinica dell'ospedale San Raffaele di Milano.

QUANDO SERVE

Sono tre gli interventi diffusi in Italia. La cosiddetta attività assistita con gli animali è un intervento con finalità di tipo ludico-ricreativo e di socializzazione volto a promuovere il miglioramento della qualità della vita e la corretta integrazione uomo-animale. L'educazione assistita con gli animali ha invece finalità educative con l'obiettivo di facilitare l'inserimento sociale delle persone in difficoltà. Sono quindi molto utili nei casi di prolungata ospedalizzazione, difficoltà relazionali durante l'infanzia e l'adolescenza, disagio emozionale e psico-affettivo, difficoltà comportamentali e condizioni di malattia o disabilità che prevedono un programma di assistenza domiciliare. La terapia assistita con gli animali è infine un intervento finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale, che può essere rivolto a soggetti con patologie fisiche, psichiche.

L'EFFETTO EMOZIONE

In questo caso l'animale diventa parte integrante del trattamento. «Queste pratiche sono ormai diffuse in tutta Italia, con una maggiore prevalenza nel Nord e Centro Italia prosegue l'esperta -. Questo perché i vantaggi, dal punto di vista psicologico sono numerosi

. Gli animali nei luoghi di cura sono mediatori emozionali e facilitatori delle relazioni sociali, aiutano a sviluppare le capacità empatiche e a limitare l'isolamento sociale. Inoltre la loro presenza è fondamentale per stimolare la motivazione e la partecipazione alle attività, per migliorare la qualità di vita globale, per rinforzare l'autostima e il senso di auto-efficacia e per promuovere la crescita e lo sviluppo delle potenzialità personali».

Ma i vantaggi sono evidenti anche nella sfera più propriamente terapeutica. «Sono stati riscontrati progressi fisici, con il miglioramento delle abilità motorie e delle condizioni di equilibrio. Ma anche emotivi, con l'incremento delle interazioni, delle abilità ricreative, dell'autostima, la riduzione dell'ansia e il contenimento dei vissuti di solitudine va avanti -. Senza tralasciare i progressi cognitivi, come l'ampliamento del vocabolario, il potenziamento delle capacità di attenzione e di memoria a breve e lungo termine, l'apprendimento di concetti legati alle caratteristiche degli animali. E quelli motivazionali, quali la stimolazione della partecipazione ad attività di gruppo e delle interazioni con gli altri».

Proprio per questo l'ingresso dei pet in corsia viene considerata utile nella cura di diverse patologie: «Da quelle fisiche e sensoriali, ai disturbi psichiatrici, neurologici e comportamentali, emotivi e relazionali conferma. Gli animali possono essere utili per soggetti di diverse fasce di età, dall'infanzia, all'adolescenza, all'età adulta, fino alla vecchiaia». Naturalmente non tutte le specie sono indicate per questo scopo. «Le linee guida indicano animali in grado di instaurare relazioni sociali con l'uomo. In particolare, i cani sono certamente i più versatili, in virtù della loro spiccata capacità di interagire con le persone, oltre che della loro grande adattabilità, intelligenza e sensibilità specifica Di Mattei -. Altre specie utilizzate sono il gatto e il coniglio».

LE REGOLE

I pet destinati a entrare in ospedale devono però dimostrare particolari caratteristiche. «Occorrono in primo luogo requisiti sanitari come le vaccinazioni obbligatorie, l'assenza di malattie, l'educazione a sporcare solo dove permesso, l'adeguata spazzolatura del mantello e la pulizia generale conclude l'esperta -. In secondo luogo sono fondamentali alcuni requisiti comportamentali: accettazione amichevole degli estranei, obbedienza ai comandi di base, tranquillità in mezzo alle persone, assenza di reazioni eccessive di fronte a stimoli inconsueti, distrazioni e altri animali».

Ma se queste regole di base vengono rispettate, l'allegra compagnia degli animali di casa non può che essere un toccasana per chi soffre e sogna di tornare ai propri affetti.

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