Salute

Trattenere i bisogni fisiologici aumenta il rischio di infezioni

Trattenere i bisogni fisiologici non fa bene alla salute. Oltre alle infezioni del tratto urinario può danneggiare la funzionalità dei reni in modo irreversibile

Trattenere i bisogni fisiologici aumenta il rischio di infezioni

Quante volte è capitato di trattenere i bisogni fisiologici per i più svariati motivi, spesso anche futili come la semplice pigrizia e poca voglia di alzarsi dalla sedia. Ma questa cattiva abitudine può avere risvolti molto pericolosi per l'organismo, iniziando dalle infezioni del tratto urinario.

Sulla parete della vescica sono presenti dei recettori che rilevano la quantità e mandano impulsi avvertendo il cervello. Fortunatamente il cervello è in grado di comandare la vescica cercando di resistere; il problema sussiste nel momento in cui si trattiere molto a lungo perché ciò porta a gravi conseguenze, con l'urina che può risalire arrivando ai reni e danneggiandoli.

L'infezione delle vie urinarie può causare dolore, bruciore, bisogno urgente di andare in bagno, mentre l'urina risulta dall'aspetto torbido accompagnato da un forte odore e dolore nella parte inferiore della pancia. Il tutto si può risolvere con una cura antibiotica. Altre conseguenze, invece, possono essere lo scoppio della vescica provocando una fuoriuscita di urina nell'addome e ciò può essere risolto solo con un intervento chirurgico.

Questa fortunatamente è una eventualità rara, ma solitamente è più probabile un allungamento della vescica oppure una debolezza muscolare che prevoca il rilascio dell'urina. La vescica allungata accade quando è troppo piena e il liquido provoca un allungamento dei muscoli e delle membrane. Ciò provoca difficoltà nel far pipì anche dopo, perché la vescica non riprende la sua forma originale; nei casi più gravi si può aver bisogno di un catetere per favorirne lo svuotamento.

Altra importante conseguenza della trattenuta dei bisogni fisiologici è l'incontinenza. Essa si verifica quando non si riesce più a controllare l'impulso del dover andare in bagno e si tratta di un indebolimento dei muscoli del pavimento pelvico. Dunque, è sufficiente uno starnuto o colpo di tosse per favorire la perdita. I muscoli in questione possono anche essere allenati cercando di andare in bagno ogniqualvolta se ne senta il bisogno e, inoltre, attraverso esercizi veri e propri di tonificazione - esercizi di Kegel - che prendono il nome dal ginecologo che li ha ideati, ossia il dottor Arnold Kegel.

Altra brutta conseguenza dovuta al non andare in bagno quando se ne senta il bisogno riguarda la formazione di calcoli renali. Questi ultimi si formano quando i rifiuti prodotti nel sangue formano dei cristalli che si sviluppano con il passar del tempo; per evitarne la formazione il consiglio è di bere tanta acqua e andare spesso in bagno.

La maggior parte dei calcoli sono di piccole dimensioni e per quasto facili da espellere in maniera naturale, anche se dolorosa. Nel caso in cui raggiungano una certa dimensione, l'unico rimedio è l'intervento. I calcoli provocano dolori nella parte bassa della schiena, nausea, dolori quando si espelle la pipì e si può anche riscontrare del sangue. Infine, non deve essere sottovalutato l'aspetto del dolore perché è un segnale importante che ci avverte dell'urgenza di espletare i propri bisogni fisiologici.

I muscoli stessi vengono tenuti in tensione e che possono avere difficoltà a rilassarsi.

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