Salute

Tumore al polmone, nasce il test per la diagnosi personalizzata

L'importante ricerca è stata messa a punto dall'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano in collaborazione con la Fondazione Airc

Tumore al polmone, nasce il test per la diagnosi personalizzata

Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 35-40mila nuovi casi su 100mila abitanti. Il tumore al polmone è la prima causa di morte per neoplasia nei paesi industrializzati e la sua incidenza è in costante aumento. L'85% dei soggetti che si ammalano sono dei fumatori. La relazione tra la neoplasia e il fumo è ormai dimostrata da ampie casistiche ed è stato stimato che chi consuma 40 sigarette al giorno ha un rischio 60 volte superiore di sviluppare la malattia. Altri fattori che incidono sulla sua comparsa sono lo smog e l'inquinamento atmosferico prodotto dalla combustione di derivati del petrolio, dalle lavorazioni che comportano l'uso di metalli pesanti e di sostanze radioattive. A rischio risultano anche i lavoratori del catrame, delle ferrovie, delle raffinerie, i vigili urbani, gli autisti di camion e autobus. Il tumore al polmone viene classificato in due categorie principali:

- Carcinoma polmonare a piccole cellule o microcitom (15% circa dei casi): è estremamente aggressivo e quasi sempre colpisce i fumatori;

- Carcinoma polmonare non a piccole cellule (85% circa dei casi): il suo comportamento clinico è variabile e dipende dal tipo istologico, tuttavia al momento della diagnosi il 40% dei pazienti avrà una malattia in fase metastatica extratoracica.

Nelle fasi iniziali la neoplasia può essere del tutto asintomatica e talvolta viene individuata nel corso di esami effettuati per altri motivi. Alcune manifestazioni, però, non devono essere sottovalutate. Tra queste ricordiamo la voce rauca, la tosse persistente, il dolore toracico, il respiro corto, la perdita di peso e di appetito, la stanchezza persistente e la presenza di sangue nell'espettorato. Nella lotta al cancro del polmone, l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha fatto un importante passo avanti per quanto riguarda la diagnosi precoce. Lo studio bioMILD, supportato da Fondazione Airc, è riuscito infatti a mettere a punto un test in grado di stabilire tra i fumatori chi ha maggiore probabilità di sviluppare questo tipo di tumore.

La ricerca ha coinvolto un campione di circa 4mila individui. Il 70% di questi erano accaniti fumatori (consumavano in media un pacchetto di sigarette al giorno da 30 anni) di età superiore ai 55 anni. Il restante 30% era composto da persone di età compresa fra 50 e i 55 anni, consumatrici di 30 sigarette al giorno sempre da 30 anni. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti alla combinazione LDCT-test miRNA, ovvero ad una Tac spirale toracica a basso dosaggio di radiazioni unita ad un prelievo di sangue per individuare i miRNA (molecole rilasciate precocemente dall'organo colpito dalla neoplasia e dal sistema immunitario). Il 58% del campione risultato negativo in entrambi i test era considerato a basso rischio. Se si era positivi ad un solo esame (37%) il rischio era medio. Quest'ultimo diveniva alto in caso di positività ad entrambi i test.

I risultati ottenuti sono molto importanti in quanto aprono la strada a programmi di diagnosi precoce personalizzata secondo le caratteristiche di ciascun soggetto.

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