Salute

Tumore alla vescica, il fumo aumenta il rischio del 500%

I dati di Airtum, Associazione Italiana Registro Tumori, non sono incoraggianti. Le donne fumatrici sono esposte a un rischio di malattia 4-5 volte superiore

Tumore alla vescica, il fumo aumenta il rischio del 500%

I dati dell'Airtum, Associazione Italiana Registro Tumori, non sono affatto incoraggianti. Walter Artibani, professore di Urologia e Segretario generale della Società Italiana di Urologia (SIU) parla di 260mila casi ogni anno. Il tumore alla vescica colpisce prevalentemente il sesso femminile con una cifra stimata di 57mila pazienti. Negli uomini è la quarta neoplasia per diffusione e i 21.500 nuovi casi sono destinati a salire. Le diagnosi si moltiplicano a dismisura nelle donne fumatrici, esposte a un rischio di malattia 4-5 volte superiore rispetto a coloro che non fanno uso di sigarette. Proprio il fumo è una delle principali cause di questa tipologia di cancro, insieme a inquinanti ambientali e sostanze tossiche. L'astensione resta dunque l'unica forma di prevenzione efficace, anche se per le ex fumatrici, le possibilità di sviluppare la malattia non decrescono prima dei 15 anni dall'ultima sigaretta.

Durante l'ultimo congresso nazionale della Società Italiana di Urologia tenutosi al Lido di Venezia che ha visto riuniti oltre 2mila urologi provenienti da tutta Italia, non solo si è parlato dei fattori scatenanti, ma anche della reale difficoltà della diagnosi. Il tumore alla vescica, infatti, non presenta sintomi specifici. Spesso campanelli d'allarme, come cisti emorragiche e l'aumento della frequenza urinaria, vengono sottovalutati. Una particolare attenzione deve essere posta anche in presenza di altre manifestazioni come ad esempio: stranguria (minzione dolorosa), tenesmo (sensazione di incompleto svuotamento della vescica) e dolore addominale o alla parte bassa della schiena. L'individuazione precoce del tumore si traduce in una migliore qualità di vita per il paziente e nella possibilità di optare in una cura conservativa che esclude l'asportazione dell'organo.

Si stanno altresì sviluppando nuove promettenti soluzioni per alcune forme di neoplasia metastatica trattabili con l'immunoterapia.

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