Salute

Tumori, quando l'arsenico può curare la leucemia nei bambini

La cura è stata sperimentata nel dipartimento di oncoematologia e terapia cellulare e genica del Bambin Gesù di Roma, diretto dal professor Locatelli. Qui è stato messo a punto un farmaco che potrebbe cambiare la vita di molti pazienti

Tumori, quando l'arsenico può curare la leucemia nei bambini

Un farmaco con all'interno dell'arsenico per fermare tumori e leucemie nei bambini e in tutti quei piccoli pazienti affetti da gravi patologie oncologiche. Accade nel dipartimento di oncoematologia e terapia cellulare e genica del Bambin Gesù di Roma, dove la ricerca scientifica è riuscita a fare enormi passi avanti. Sperimentando nuovi farmaci, che potrebbero migliorare la vita dei piccoli malati e, dove possibile, evitarne la morte. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, infatti, da questo reparto, diretto dal professore Franco Locatelli, centinaia di bambini provano a combattere la malattia con questa nuova cura. E c'è chi si salva.

Il nuovo tipo di farmaco

L'équipe del professor Locatelli, che insegna all'università La Sapienza e dirige il dipartimento nella capitale, ha validato per uso pediatrico il farmaco che ha anche l'arsenico tra i componenti. Si tratterebbe di una cura che combina il triossido di arsenico con un precursore della vitamina A e l'acido retinoico messo a punto per la terapia della leucemia promielocitica acuta dall'ematologo Francesco Lococo, scomparso qualche tempo fa. La possibilità di poterla impiegare nei piccoli pazienti, però, la si deve al gruppo guidato da Locatelli, che ha messo a punto la cura. "Questo tipo di leucemia, alla fine degli anni '80 uccideva il 30% dei malati, che se ne andavano in pochi giorni; oggi ne curiamo e guariamo sopra il 95%", ha spiegato Locatelli.

Una nuova arma terapeutica

Secondo quanto riportato dal quotidiano, l'immunoterapia risulterebbe tra le più promettenti per la cura della malattia e, in particolare, proprio contro i tumori liquidi. Locatelli ha spiegato che, fino a dieci anni fa, "nessuno avrebbe scommesso su questa arma terapeutica", anche perché fino a quel momento tutto aveva dato risultati poco efficaci. Poi, però, si sono sviluppati tre filoni: quello degli anticorpi che tolgono il freno al nostro sistema immunitario, quelli che creano dei ponti tra le cellule tumorali e il nostro sistema immunitario e, infine, le cellule CAR-T, che sono i recettori chimerici antigenici. Una pratica basata sull'ingegnerizzazione genetica dei linfociti T, che vengono potenziati per combattere i tumori.

La cura "su misura"

Secondo quanto spiegato dal professor Locatelli, nominato presidente del consiglio superiore della Sanita, si tratta di "utilizzare una specie di laser al posto del vecchio cannone". Come se fosse un abito su misura per ogni malato, per ogni malattia.

Ed è probabile che la richiesta di farmaci personalizzati aumenti e che si concretizzi una problema di costi.

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