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Scommesse, l'avvocato di Quadrini rivela: "Denunciò alla Figc l'illecito in Siena-Sassuolo"

Il centrocampista del Sassuolo in procura a Roma con il suo legale ha presentato una denuncia per estorsione: "La Figc sapeva tutto dall'8 maggio, ma non ha fatto nulla. Paoloni lo conosco, mi ha messo nei guai". A Cremona proseguono gli interrogatori

Scommesse, l'avvocato di Quadrini rivela: 
"Denunciò alla Figc l'illecito in Siena-Sassuolo"

Roma - "L’8 maggio scorso denunciai del tentativo di estorsione a danno di Quadrini depositando l’atto alla procura della Figc. Spiegai che si era in presenza di un fatto gravissimo e che esisteva una banda che era dedita alle scommesse". Lo dice l’avvocato Massimo Ciardullo, avvocato del calciatore del Sassuolo Daniele Quadrini oggi ascoltato in procura a Roma in relazione a una denuncia per tentata estorsione da lui presentata a piazzale Clodio. "A nostro parere - conclude il penalista - la Figc sarebbe potuta intervenire subito, prima che questo scandalo fosse scoperchiato dall’attività della magistratura ordinaria".

Quadrini: "Conosco Paoloni, nei guai per colpa sua" Il calciatore del Sassuolo è stato ascoltato per oltre un’ora dal pm Mario Ardigò in procura a Roma. Con lui ha ricostruito le varie tappe della vicenda che lo ha coinvolto spiegando in sostanza di essere estraneo ai fatti e di essere stato "messo nei guai da Marco Paoloni", portiere del Benevento coinvolto nell’inchiesta della procura di Cremona. "Quadrini il 29 aprile scorso - spiega l’avvocato Massimo Ciardullo che assiste il calciatore - è stato raggiunto da una telefonata, da parte di un tal Massimo di Pescara che gli intimava di restituirgli 36mila euro, debito dovuto a una scommessa effettuata. Ma bisogna subito dire che Quadrini non ha mai fatto alcuna scommessa e ha cercato anche di spiegarlo al misterioso interlocutore, il quale non si è perso d’animo e gli ha spiegato 'Ti ha messo nei guai Marco Paoloni'". Per l’avvocato il "Massimo che chiamò il mio assistito era sicuramente Erodiani, dentista, una delle figure chiave dell’inchiesta della procura di Cremona". Per quanto riguarda i rapporti con Paoloni, Quadrini ha dichiarato di conoscerlo "da circa 8 anni. Abbiamo militato insieme nel Teramo e d’estate abbiamo la casa nella stessa località di vacanza in Sardegna. Dopo aver ricevuto le chiamate e gli sms di minacce lo chiamai. Tra le lacrime mi chiese scusa, mi spiegò che era disperato e che mi aveva messo in mezzo". Quadrini non nasconde i problemi che questa storia gli sta creando. "Mi ha procurato un danno gravissimo perché - conclude - sono in scadenza di contratto e la società sta aspettando che si chiarisca questa storia".

A Cremona si va avanti Non si fermano a Cremona gli interrogatori delle persone indagate nell’inchiesta sul calcioscommesse della locale Procura. Intorno alle 12.30 nell’ufficio del procuratore capo Roberto Di Martino ha fatto il suo ingresso Gianfranco Parlato. Secondo l’accusa, il 41enne napoletano ed ex calciatore "forniva a una serie di altri indagati indicazioni utili sulle illecite pianificazioni degli eventi per consentire di poter indirizzare senza rischio le loro scommesse sportive". Dopo di lui sarà il turno del 46enne calabrese Francesco Giannone, il commercialista con studio a Bologna ritenuto dagli investigatori "organizzatore, promotore e scommettitore" su diversi incontri di calcio del gruppo dei bolognesi. Davanti al gip Guido Salvini proseguono invece gli interrogatori di garanzia. Nel pomeriggio arriveranno in tribunale due indagati: Ismet Mehmeti, il 53enne cittadino albanese residente a Ravenna ritenuto "referente dell’effettuazione materiale delle scommesse sulle partite di calcio manipolate", e Gianluca Tuccella, il portiere del Cus Chieti (Serie A2 di calcio a 5) considerato "pedina stabile nella manipolazione di una serie incontri calcistici". Dopo aver finito gli interrogatori di garanzia ai sette indagati detenuti in carcere, con quelli a Mehmeti e Tuccella Salvini conclude oggi anche quelli nei confronti delle 9 persone poste il 1 giugno scorso agli arresti domiciliari. Infatti il 7 giugno scorso Francesca La Civita, la trentenne pescarese titolare di alcune agenzie di scommesse a Pescara e ad Ancona, era stata convocata per rogatoria dal gip di Ancona Alberto Pallucchini davanti al quale la donna si era avvalsa della facoltà di non rispondere.

L’ultimo di questa lista, Almir Gecic detto lo zingaro, il 31enne cittadino slovacco, residente in Svizzera a Chiasso (dove gioca nella locale squadra di calcio) sarebbe libero (al momento si troverebbe in Slovacchia) perché non si sarebbe concluso l’iter internazionale per notificargli il provvedimento.

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