Cronache

Gli scudetti «nascosti» che pareggiano la sfida di Genova

Gli scudetti «nascosti» che pareggiano  la sfida di Genova

Non nove a uno, ma nove a sette. E non solo uno «Vinto, visto e vissuto» come recitava uno storico striscione blucerchiato a Marassi il 19 maggio 1991, ma altri sei che fanno parte della storia come quegli gli altri cuciti sul «Cuore grande così» della gradinata Nord a fine anni ’80. Insomma il derby dei tricolori vinti tra le due sponde del Bisagno è destinato a riaprirsi visto che in Italia, fino al 1913, non esisteva un solo campionato di calcio ma due. E con quello della Federazione Italiana Football faceva pari e patta quello della Federazione Ginnastica Italiana che considerava il calcio come una disciplina della ginnastica e cominciò a promuoverne tornei a livello nazionale dal 1886: ben dodici anni prima del campionato d’esordio per la Fif. Quel 1898 che è anche la data con la quale si è sempre ricondotta la nascita del calcio in Italia e che corrisponde anche all’anno della prima vittoria tricolore del Genoa.
Ma anche la Fgi ebbe la sue evoluzione e dai primi tornei il vero e proprio campionato cominciò ad organizzarlo nel 1898, in concomitanza con quello della Federazione italiana football che tenne a battesimo la sua prima partita l’8 maggio a Torino. Fu la città della Mole a ospitare nel mese di agosto anche quella dell’altra federazione ed entrambi si sviluppavano con logiche simili (e più o meno le medesime squadre) ad affrontarsi per il nobile titolo. Campionati paralleli fino al 1913 quando la Fgi riconobbe alla neonata Federazione Italiana Gioco Calcio un tale livello organizzativo in tutta Italia da poter rinunciare al proprio torneo per un unico vero campionato di calcio.
Ma cosa successe in quelle dodici stagioni in cui le squadre di calcio italiane si confrontavano su due palcoscenici diversi? Il palmares è infatti molto diverso da quello che viene riconosciuto ufficialmente negli almanacchi di oggi per quanto riguarda la Figc. E rimane sostanzialmente sconosciuto, mai menzionato dall’attuale Federazione, che non riconosce chi l’ha anticipata nell’esportazione del calcio in Italia.
Nel 1898 fu la Ginnastica Ferrara a trionfare, ma dal 1902 la storia dei campionati Fig sa molto di genovese perché, mentre il Genoa mieteva successi da una parte, l’Andrea Doria tenne botta ai cugini sull’altra sponda vincendo il torneo a pari merito con il Milan (furono dichiarati entrambi campioni). Mentre su quello che è l’attuale «Luigi Ferraris» trionfava il Genoa nella Fif, sul vicino campo della Cajenna i bianco blu cercavano di tenere testa ai cugini nella Fig rubando anche qualche loro campione come Franz Calì che ne fu per dieci anni capitano e bandiera. I trionfi della squadra dalla maglia a quarti bianco e blu sono targati 1905, 1907, 1910, 1912 e 1913 e altre due volte si classificò seconda sfiorando l’impresa.
La storia tace su questa parabola del calcio italiano che, all’epoca, veniva considerato come il campionato più importante e dove, addirittura, non si accettavano squadre che avessero tra loro componenti «oriundi».

Porte chiuse agli stranieri e, dunque, in quegli anni porte chiuse anche al Genoa british di Spensley. Nove a sette, e ora come la mettiamo?

Commenti