Politica

Alla scuola di guerra Usa il migliore è un italiano

L’ufficiale ha ottenuto il massimo punteggio fra 300 «studenti» di tutto il mondo

Andrea Nativi

È un giovane generale di brigata dell’Aeronautica Militare, si chiama Fernando Giancotti, ha 49 anni, ha all’attivo oltre 2.700 ore di volo su aerei da combattimento e ora può aggiungere al curriculum un eccezionale riconoscimento accademico, ottenuto negli Stati Uniti: l’ufficiale è il primo classificato nel corso di formazione della National Defense University (Ndu), il più importante istituto statunitense per la preparazione di alto livello della dirigenza militare. Sui banchi della Ndu hanno studiato personaggi del calibro di Dwight D. Eisenhower e Colin Powell.
Il generale Giancotti è risultato il migliore su oltre trecento studenti provenienti da 49 Paesi, ottenendo il massimo punteggio in tutti i 13 corsi previsti dal programma di studio.
Riuscire ad eccellere in un programma come quello previsto dall’«Industrial college of the armed forces», l’Icaf, battendo gli «studenti» americani rappresenta davvero un unicum: «È la prima volta negli oltre ottanta anni di storia della scuola - ha detto il presidente della National Defense University, il generale dell’Usaf Michael M. Dunn - che uno straniero si aggiudica il primo posto nella classifica finale del corso».
Il generale Giancotti ha trascorso un anno a studiare a Washington, seguito da parte della famiglia «e non è stata una passeggiata», ci spiega.
«Alla mattina si è impegnati in seminari e conferenze, al pomeriggio si passa allo studio e all’analisi di un centinaio di pagine di testi e documenti. Ma a me piace la sfida intellettuale e poi le strutture di cui dispone il college sono eccellenti, così come il corpo insegnante ed ho potuto approfittare di questa opportunità per condurre due ricerche importanti, rispettivamente sulla leadership e sulle forze di riserva nelle forze armate italiane».
E naturalmente entrambe le ricerche sono state a loro volta premiate e saranno probabilmente pubblicate e utilizzate come letture obbligatorie nei corsi della Ndu.
Chiediamo all’ufficiale se si aspettava di ottenere un successo così rilevante: «In realtà è stata una vera sorpresa, sapevo di avere una ottima media ed ero conscio delle votazioni ottenute nei seminari, ma non credevo di poter ambire al primo posto, anche perché il livello medio dei partecipanti al corso è molto elevato. E si tratta di allievi che arrivano sia da Paesi stranieri, sia dalle forze armate e da moltissime agenzie federali statunitensi, dalla Cia all’Fbi, dal Dipartimento di Stato all’Usaid».
Il generale Giancotti spiega che l’ambiente è sì competitivo, ma viene anche sviluppata la capacità di collaborare e lavorare in team e questo consente anche di sviluppare forti rapporti di stima ed amicizia con gli altri frequentatori.
Questo è, insieme alla straordinaria valenza formativa di un corso di tale livello, un altro «prodotto» positivo dell’investimento che l’Aeronautica e le altre Forze Armate effettuano mandando i propri uomini migliori a frequentare corsi di formazione superiore all’estero: la rete di conoscenze sviluppata negli incontri, durante le lezioni, le visite e nell’attività condotta quotidianamente costituirà poi un bagaglio importante nel prosieguo della carriera, specie oggi che le operazioni militari sono condotte da coalizioni multinazionali.
Ma se è chiaro perché un Paese straniero ambisce ad inviare alcuni dei suoi ufficiali a studiare negli Usa, è naturale chiedersi quale sia il «ritorno» per gli Stati Uniti. «Penso che anche per loro sia importante conoscere diversi punti di vista e approcci differenti a problemi di comune interesse, in particolare nell’attuale contesto, nel quale l’accento viene sempre più posto sulle missioni di stabilizzazione e ricostruzione. È un modo per allargare i propri orizzonti».
Il generale Giancotti è da poco tornato a Roma, dove si appresta ad assumere un importante incarico presso lo stato maggiore dell’Aeronautica e potrà immediatamente «travasare» il suo know-how nella organizzazione «ma - assicura - cercherò di ritagliarmi un po’ di tempo per continuare l’attività scientifica».

Come si conviene ad un manager con le stellette.

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