Se la Lombardia è corrotta allora viva la corruzione
16 Giugno 2012 - 19:23Quella suburra gremita di scandali che è la regione Lombardia viene amministrata meglio delle altre regioni italiane, anche di quelle ai cui vertici stanno i predicatori di virtù
Formigoni, discolpati! È questa l’intimazione che dalle anime belle della sinistra viene rivolta al governatore della Lombardia. Colpevole, più di Radamès, d’avere tradito i suoi declamati ideali. Lo chiamano «il Celeste», aggettivo che in una celebre romanza viene riservato alla bella schiava Aida. Nelle descrizioni dei suoi avversari Roberto Formigoni- finora non indagato - è la quintessenza dell’immoralità pubblica e della corruzione. Ammetto che alcuni aspetti della sua personalità sono inquietanti. Ha preso l’abitudine d’indossare, in età non più giovanile,camicie sgargianti cui s’è affezionato forse durante le vacanze nei Caraibi che gli sono rinfacciate. È un esponente di spicco di Comunione e liberazione e un militante dei laici devoti «Memores domini», roba che intimidisce. A Formigoni sono rimproverate tentazioni insidiose e amicizie pericolose: dalle quali sarebbe stato trascinato sulla via godereccia dei vip vacanzieri. La Regione Lombardia viene assimilata a una immane associazione delinquenziale, popolata da politici e funzionari disonesti in combutta con faccendieri spregevoli. Tutta gentaglia da mandare nell’ottavo cerchio infernale, Malebolge. Purezza, trasparenza, magari anche sobrietà:questa è l’invocazione prorompente da innumerevoli pulpiti. Non mi stanco di scrivere contro gli sprechi e gli intrallazzi italiani, figuratevi se mi tiro indietro volentieri da questo coro possente ispirato dal bene. Ma devo per forza notare, nello sterminato elenco delle colpe formigoniane, un particolare magari pignolo, ma non irrilevante. Quella suburra gremita di scandali che è la regione Lombardia viene amministrata meglio delle altre regioni italiane, anche di quelle ai cui vertici stanno i predicatori di virtù. I manigoldi che hanno affiancato Formigoni sono riusciti a fare risparmi. Per le vertenze penali che attorno al Celeste si stanno dipanando bisognerà aspettare anni, prima d’avere una sentenza definitiva. Ma per la buona gestione lombarda la sentenza è già stata deliberata, in Cassazione. Rappresentata, quest’ultima, da cifre e giudizi non contestabili. A ogni lombardo i dipendenti regionali costano 21 euro l’anno, la media nazionale è di 44 euro, il costo siciliano è di 349 euro. Ancora in Sicilia si conta un dipendente regionale ogni 239 cittadini, in Lombardia uno ogni 2500. Sono numeri noti, e continuamente evocati per deplorare le dilapidazioni d’un Paese in cui i consiglieri regionali guadagnano più dei governatori Usa. Non è che la Lombardia sia interamente immune dal contagio, le inchieste in corso tendono invece a dimostrare che il contagio c’è eccome... Resta il fatto indubitabile che i soldi pubblici sono spesi in Lombardia dai formigoniani infinitamente meglio che altrove. Il che pare dimenticato dai Catoni disgustati per le sventatezze celesti e deliziati invece dall’affabulazione turbinante d’un Nichi Vendola. La chiacchiera come modello, l’efficienza come difetto. Mi si addebiterà di sicuro, per avere buttato giù queste righe, la colpa di voler cinicamente elogiare il malcostume. Non è per niente nelle mie intenzioni. Le smodatezze mondane di chi occupa cariche pubbliche suscitano disagio, quando non disgusto. Ma non tollero l’ipocrisiad’unacampagnaaggressiva contro un governatore regionale che ignora il dato fondamentale d’una gestione pubblica: i risultati.
Per un austero predicatore di buoni costumi che viva, operi e governi nella sventurata Sicilia non posso e non potrò mai avere stima; sul Formigoni che vive opera e governa in Lombardia posso avere anch’io qualche sospetto - magari lo vorrei un po’ meno casto e un po’ più cauto - ma insieme al rispetto che i buoni risultati meritano.