Serialità

L’horror non è mai stato così intimistico: (ri)tornano i Penny Dreadful

Nella sua completezza è ora possibile ammirare in streaming la serie horror di ultima generazione che immagina con un senso e un valore diverso i miti della narrativa gotica di fine '800

L’horror non è mai stato così intimistico: (ri)tornano i Penny Dreadful
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Fin da che si ha memoria, il genere horror non ha mai avuto un’ottima considerazione sia al cinema che in letteratura. È nel corso degli ultimi anni che, dopo un’attenta analisi, è riuscito a innovarsi, adattandosi al nuovo corso della settima arte senza però perdere la sua identità e i canoni più particolari. Ha un canovaccio semplice, conciso ma che si ripete nel tempo e, proprio per questo motivo, è sempre stato considerato un genere di serie B, anche se ci sono tanti esempi che non sono poi così tanto aderenti per questa tesi. A dare smalto a un genere così bistrattato ci ha pensato una serie tv che è andata a scavare nelle radici dell’horror stesso, portando a galla le ragioni per cui il genere deve essere amato proprio perché riflette sulle paure inconsce dell’animo umano. Stiamo parlando di Penny Dreadful, serie anglo-americana, che in origine è stata trasmessa sul canale americano della Showtime Tv dal 2014 al 2016. In Italia, prima è approdata su Netflix per traslocare poi, in maniera definitiva, su Paramount+ dove oggi sono disponibile tutti gli episodi prodotti.

È una serie horror, su questo non c’è dubbio, ma Penny Dreadful si è imposta fin da subito nel panorama televisivo perché ha giocato a suo piacimento con tutti i clichè del genere, intrecciando a sé le storie delle leggende dell’oscurità che hanno popolato la narrativa gotica di fine ‘800. Infatti, al centro di un racconto teso e onirico, Penny Dreadful re-immagina la vita di Victor Frankenstein, Dorina Gray, Dottor Jeklyl, del conte Dracula e di altre creature della notte. Una storia che ha una sua identità e che è andata ben oltre la semplice raffigurazione del male ma che si è lanciata anche un’analisi -disamorata- sull’animo umano e di quanto sia impossibile capire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.

Sguardo su una Londra vittoriana cupa e tenebrosa

La storia è ambientata nel 1891 a Londra, in un’epoca in cui la società era spaccata in due tra abbietti e meno abbietti, e in un periodo in cui il progresso nel campo medico e delle infrastrutture stava facendo passi da gigante. È in una sera come tante che Ethan Chandler viene avvicinato da Miss. Ives. La donna propone un lavoro notturno, facile e veloce (e ben pagato) al servizio di Sir Malcolm Murrary. L’uomo, accecato dal dolore per la scomparsa della figlia, mette su una squadra per continuare le ricerche. Molto presto è Ethan che scopre cosa c’è dietro la sparizione di Mina. La città, infatti, è popolata da creature ancestrali, pericolose, che si cibano di carne e sangue, e che vivono quasi in comunione con la gente comune. Mina è stata rapita da un vampiro e le ricerche portano la squadra a mettersi sulle tracce di un male sopito che potrebbe gettare nel caos tutta la città. Questa però è solo la punta dell’iceberg di più pericolo ben più grande che ha agguantato tutta la City di Londra.

Una serie che spiega la "natura delle cose"

Pur restando un prodotto di nicchia e che può piacere a un pubblico selettivo e in cerca di una storia fuori dagli schemi, Penny Dreadful è, di fatto, una tra le serie più intimistiche della tv. L’unica che nonostante la forte sfumatura horror si interroga sulla fragilità dell’animo umano di fronte alle avversità della vita e di fronte i pericoli dell’ignoto. E, forse, non è facile trovare il senso in fondo a una storia così complessa e carica di significato. Bisogna guardare con attenzione lo svolgere degli eventi, capire gli sguardi, i sospiri, anche i semplici movimenti perché è in questi dettagli che è nascosto il senso stesso della serie tv. È piena di se, come è consapevole di essere un prodotto che non è di facile fruizione ma grazie a queste particolarità che si è imposta nel panorama televisivo oggi. A 7 anni dall’ultimo episodio è quasi impossibile dimenticare l’appeal e la straordinarietà di Penny Dreadful.

Tra fantasia e mito

Serie intensa e mai banale, ma che gioca su due binari. Da una parte occhieggia a un pubblico che vuole trovare un prodotto diverso dal solito. Dall’altra cerca di sedurre anche gli amanti della letteratura gotica e dei film horror, rimaneggiando con un’ottica moderna le opere di Oscar Wilde, Stoker e di Shelley. Dalle varie opere da cui la serie è ispirata si è cercato di mantenere intatti personaggi, temi e situazioni. Tuttavia, figurano alcune differenze sostanziali. Ad esempio, nel libro Dracula di Bram Stoker, il professore Abraham Van Helsing è legato con un doppio filo al conte Dracula e lo incontra più volte personalmente. Nella serie televisiva, invece, Van Helsing rivela che non ha mai avuto contatti con il vampiro e che il demone non ha mai trasformato sua moglie in una creatura della notte. Bizzarro è come viene presentato il personaggio di Dorian Gray. Se nell’omonimo romanzo la storia ha ben poco di soprannaturale – si insinua solamente che Dorian abbia stretto un patto con il Diavolo -, nella serie viene descritto come un uomo capace di amare e a suo agio con una condizione di essere straordinario. Nel Frankenstein di Mary Shelley, Victor regala la vita a una sola creatura. Nella serie sono ben due gli esseri che sono riportati in vita artificialmente, e il personaggio di Prometeo non viene mai citato.

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Eva Green è la stella indiscussa

Oltre a essere una serie curata nei contenuti e nella messa in scena, Penny Dreadful ha trovato largo consenso anche grazie a un cast di "mostri" sacri del cinema che hanno portato nel piccolo schermo dei personaggi di grande spessore e di valenza. Fra tutti c’è Eva Green che con la sua Miss Ives è riuscita ad ammaliare tutti. L’attrice interpreta una donna in perenne conflitto con se stessa, sedotta dal potere del male e capace di gesti di infinità bontà. Senza dimenticare Josh Hartnett, nel ruolo di un uomo bello e dannato. A cui si aggiunge Timothy Dalton che interpreta un uomo facoltoso accecato dal un senso di vedetta. E poi ancora Reeve Carney che ha incarnato alla perfezione il mito di Dorian Gray, e Henry Treadaway in un dolcissimo Victor Frankenstein.

Il significato di Penny Dreadful

La serie tv ha un titolo molto singolare ma c’è una spiegazione. I penny dreadful sono noti con i termini penny horrible, penny awful, penny number o penny blood, e costituivano un tipo di pubblicazione in forma di racconti diffusi nel Regno Unito nel corso del XIX secolo. Caratterizzate dal basso costo, appena un penny, proponevano narrazioni a puntate (e pubblicate sui giornali) rivolte per lo più al proletariato e alla borghesia. Le storie narrate, vividi racconti horror, erano brevi perchè potevano essere lette nel tempo libero. Nonostante il basso valore culturale, il genere dei penny dreadful ebbe comunque un'influenza sugli autori letterari degli anni seguenti, come J. M. Barrie e Robert Louis Stevenson. La serie tv della Showtime, in particolare, è ispirata a Varney, il vampiro. La storia è stata anche tradotta in italiano e divisa in tre volumi ora pubblicati per la Gargoyles Books.

E poi c’è il fallimentare spin-off

Alla luce del successo e dopo una massiccia rivolta dai fan infuriati per la chiusura (quasi) affrettata di Penny Dreadful, nel 2020 è stato lanciato lo spin-off ufficiale. Ambiento a Los Angeles nei primi anni ’20 ha presentato un cast e una storia diversa e che, purtroppo, non ha trovato il favore del pubblico. City of Angels, questo il titolo, era incentrato sui misteri legati attorno al folklore messicano.

Dopo 10 episodi e con un finale inconcludente, la serie è stata cancellata.

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