Serialità

In arrivo la serie tv su Perry Mason: svela chi è l'uomo dietro al mito

La seconda stagione debutta in Italia il 14 maggio. Ecco perchè la serie sul "giovane" Perry Mason è ciò di cui abbiamo bisogno

In arrivo la serie tv su Perry Mason: svela chi è l'uomo dietro al mito
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Il concetto stesso di tempo ha una spiegazione molto particolare, se declinata nell’universo televisivo degli Stati Uniti. Il passato diventa il presente e il futuro diventa il loro (e il nostro) stesso passato. Niente è definito. È un mondo in continua evoluzione che scava nella sua tradizione per preporre al pubblico serie di valore e che possano riflettere – quasi sempre - sui problemi che attanagliano la società contemporanea e dei consumi. Il passato è tornato di "moda" anche quando si parla di un mito come Perry Mason. Il personaggio di una tra le serie tv a sfondo legal più longeva e più celebre in America, come nel resto nel mondo, è tornato in vita in una nuova veste, lontano dalle aule di tribunale, cercando di raccontare i ruggenti anni ’30 e la Los Angeles durante la Grande Depressione. Ci ha pensato la HBO – lo stesso network che, tra l’altro, ha prodotto House of The Dragon – a rileggere la figura di Perry Mason e nel raccontare la gioventù dell’uomo che, successivamente, è diventato l’uomo di legge più famoso della tv.

La prima stagione risale al giugno del 2020. Gli 8 episodi prodotti erano stati concepiti per essere autoconclusivi, ma a fronte di un buon successo da parte del pubblico e della critica, la rete ha deciso di scrivere altre storie incentrate sulla figura di Perry Mason. Il secondo capitolo, che è in onda in America dal marzo del 2023, debutta in Italia, su Sky e in streaming su NowTv, dal 14 maggio con due episodi a settimana. L’ultimo è previsto il 4 giugno. E anche la seconda stagione centra il bersaglio, confermando la pienezza di uno show televisivo che va ben oltre il mero intrattenimento.

Prima del famoso avvocato c’era solo Perry Mason

È un uomo che si accontenta di poco per vivere, dedito all’alcol e alle sigarette. Nonostante ciò, Perry Mason ha un grande senso di giustizia che, con tutte le sue forze, declina nel lavoro. E’ un detective privato che si muove in una Los Angeles bella ma insidiosa. Sono gli anni ’30, esattamente il 1932, e tutta l’America è stravolta dalla Grande Depressione, tranne la città di LA che vive una seconda giovinezza grazie al boom del petrolio e dell’industria cinematografica. Ma non è tutto oro quello che luccica. Quando il rapimento di un bambino che sconvolge l’intera comunità finisce in tragedia, cade il velo di finto perbenismo che avvolge tutta la città, presa da se stessa, da una finta opulenza e da una riscoperta dei valori cristiani. Perry Mason crede di poter dimostrare il suo valore cercando di risolvere il caso del bambino ucciso, immergendosi in una realtà pericolosa, piena di luci e ombre. E proprio quell’omicidio farà emergere un’immagine ben diversa di Los Angeles e, da quel momento in poi, niente sarà più lo stesso.

Una serie dai toni crepuscolari

Non è affatto facile raccontare qualcosa di nuovo su un personaggio così iconico come Perry Mason. Di fatto, nessuno come lui è stato così bravo nell’immergere il pubblico nei meandri del diritto americano e nelle aule di tribunale. L’escamotage di ambientare la storia prima che Perry diventasse tale è un’arma a doppio taglio perché c’è il rischio di compiere tanti errori strutturali e di continuità narrativa. Problemi che, per fortuna, non riguardano la serie della HBO. Il racconto, infatti, non vuole essere solo un omaggio alla figura di Perry Mason, mostrando l’uomo di legge che c’è dietro il mito, ma più che altro ha voluto stigmatizzare gli usi e costumi dell’America del secolo scorso attraverso un crime teso e coinvolgente. Non è una serie per tutti, però. Il nuovo Perry Mason ha un ritmo molto lento e cadenzato e, secondo i suoi tempi e modi comincia a costruire lo scheletro narrativo. Ed è in questa caratteristica che si trova la sua essenza più bella. È sì una serie poliziesca ma, allo stesso tempo, è un drama cupo e violento, dai toni oscuri e in cui dove non ci sono né vinti né vincitori.

E quell’immagine degli anni ’30

A colpire non c’è solo, per l’appunto, questo racconto così intimistico e che scava profondo nell’indole dei personaggi. È anche il contesto storico in cui è ambientata la storia che fa la differenza. La Grande Depressione, storicamente, fu una grave crisi economica e finanziaria che sconvolse l'economia mondiale alla fine degli anni venti, che ha avuto ripercussioni anche durante i primi anni del decennio successivo. Gli effetti sono devastanti sia nei paesi industrializzati, come l’America, sia in quelli esportatori di materie prime con un calo generalizzato della domanda e della produzione. Tutto iniziò con il Martedì Nero del 1929 che vide crollare le borse di New York. Gli effetti furono a catena. La crisi colpì anche la Città di Los Angeles ma le problematiche non emersero subito, proprio perché lo stile di vita della metropoli, per un periodo, riuscì a tendere fermo il crollo dei consumi. Grazie all’influenza dell’industria del cinema che stava vivendo il suo momento d’oro, ai Giochi Olimpici e alla richiesta del petrolio, tutta la California non cadde sotto i colpi della crisi. Ma questo non vuole dire che c’era benessere. Era tutto fumo negli occhi.

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Chi è il "nuovo" Perry Mason?

La serie della HBO racconta le origini dell'omonimo avvocato difensore che, prima di arrivare in tv, fu protagonista dal 1933 di oltre ottanta gialli scritti dallo statunitense Erle Stanley Gardner. Lo show porta la firma di Rolin Jones e Ron Fitzgerald con la produzione di Robert Downey Jr. In un primo momento, Downey Jr. fu opzionato come protagonista, e l'ideatore di True Detective come sceneggiatore. Tuttavia entrambi hanno fatto un passo indietro. La scelta poi è caduta su Matthew Rhys. Conosciuto per il ruolo che ha ricoperto per cinque anni in Brothers & Sisters (ora su Disney+), è imploso grazie a The Americas ruolo che gli è valso un Emmy come migliore attore. In Perry Mason splende come non mai prestando il volto a un uomo dal passato tormentato e dal vissuto pieno di luci e ombre.

Risale al 1957 il debutto in tv

Raymond Burr è stato il primo e iconico Perry Mason che è apparso in tv. Negli Usala serie è andata in onda dal 1957 sul network della CBS e i primi episodi erano girati in bianco e nero. L’ultimo è andato in onda nella primavera del 1966. Ma è negli anni ’80 che torna in auge grazie a una serie di film per tv – arrivati con successo anche in Italia – che Perry Mason entra nel mito. È lo stesso Raymond Burr a interpretare l’avvocato in 26 film dopo i 271 episodi della serie tv. Nell’arco della sua carriera non ha mai perso una causa, solo una volta in Verdetto di Morte andato in onda nel 1963. Dopo la morte di Raymond Burr sono stati prodotti altri quattro film TV, con il titolo A Perry Mason Mystery. Al posto di Perry Mason c’è l'avvocato Anthony Caruso.

Come Perry Mason ha cambiato il genere del legal drama

È un personaggio mitico. Quasi leggendario. L’uomo che ha lottato con tutto se stesso per un cieco senso di giustizia e, di fatto, è stato uno dei pochi che è rimasto sempre fedele alla sua identità. Padrino di tutti gli avvocati che sono arrivati in tv, è grazie a lui se il genere del legal drama oggi è così influente. Specchio della realtà contemporanea, Perry Mason ha raccontato la giustizia americana con tutti i suoi corsi e ricorsi storici.

È la serie televisiva di genere più famosa della storia della televisione, tanto è vero che il nome "Perry Mason" viene citato spesso come sinonimo, per antonomasia, di avvocato.

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