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Il sindaco insieme con fedeli, Forza nuova e Militia Christi Blitz delle femministe: «Aborto clandestino, profitto di milioni»

Sono scesi in piazza a Roma manifestare per il diritto alla vita, migliaia con palloncini azzurri e rosa, croci e foto di neonati. Gli slogan e i cartelli quelli di sempre: «L’aborto è violenza», «194: già 5 milioni di morti», «+ nascite - aborti», «Ogni aborto è un bambino morto», «La vita inizia col concepimento», «Basta genocidi silenziosi». Famiglie con bambini, anziani, fedeli, gruppi dell’Ordine di Malta, militanti di Forza Nuova, 15mila, secondo le stime degli organizzatori, provenienti da tutta Italia, dall’estero, Francia, Germania, Olanda, Belgio, Spagna.
Ma è stata la presenza in prima fila con la fascia tricolore del sindaco Gianni Alemanno che non è passata inosservata ma ha provocato critiche e polemiche. A chi gli ha fatto notare che molti degli slogan portati in piazza definiscono le donne che hanno abortito delle «assassine» (poi smentito dagli organizzatori) il sindaco ha risposto: «Io sono qui soltanto a dire che noi siamo per i valori della vita. Questa manifestazione è nata dal basso, senza nessuna sponsorizzazione politica, è veramente l’espressione di una domanda di vita».
Infine a chi gli ha chiesto se presenterà il «conto» agli organizzatori della marcia, così come ha fatto con i sindacati per il Primo Maggio, Alemanno ha risposto: «Faremo tutte quelle che sono le necessità reali dal punto di vista del servizio». «Il messaggio - ha detto lui- è che nessuna famiglia o donna deve essere costretta a rinunciare ad un figlio». Un gruppo di femministe ha esposto uno striscione con su scritto: «Aborto clandestino, profitto di milioni, è questa la morale di preti e padroni».
Obiettivo degli organizzatori è dichiaratamente la legge 194 che regolamenta l'aborto. Da più di trent'anni la legge 194/1978 regolamenta, si legge sul sito della «Marcia per la vita», «l'uccisione deliberata dell'innocente nel grembo materno e i morti si contano a milioni». Obiettivi dell'iniziativa sono, si legge: «affermare che la vita è un dono, indisponibile, di Dio; deplorare la legge 194 che ha legalizzato l'uccisione di milioni di innocenti (sino ad oggi in Italia 5 milioni); ribadire che esiste una distinzione tra bene e male, vero e falso, giusto ed ingiusto e vuole invitare alla mobilitazione i cattolici e gli uomini di buona volontà». Già da giorni il dibattito politico si era animato di polemiche. Contrari i radicali, il Pd, Sel. Per il consigliere Dario Nanni (Pd) « La partecipazione Alemanno alla Marcia per la vita con tanto di fascia tricolore istituzionale non rappresenta né l'adesione né l'opinione della stragrande maggioranza dei cittadini romani, cattolici e laici. Le posizioni estremiste espresse nella manifestazione sono distanti anni luce dal sentire comune dei romani». Nanni accusa il sindaco di aver utilizzato il suo ruolo a titolo personale. «Il sindaco ha usato l'istituzione a fini di parte e per i suoi interessi elettorali - continua -.

Facendo sfilare l'istituzione di Roma Capitale a fianco di gruppi neofascisti, omofobi e antisemiti come Forza Nuova e Militia Christi il sindaco si è assunto la responsabilità di esprimere per la città una posizione minoritaria ed estremista che addita le donne che hanno dovuto ricorrere alla interruzione di gravidanza come assassine».

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