La stanza di Feltri

Torture agli animali, vergogna mondiale

Una persona a me vicina ha scorto qualcosa e mi ha confermato che si tratta di materiale esageratamente violento

Torture agli animali, vergogna mondiale

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Torture agli animali, vergogna mondiale

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Egregio Direttore Feltri,
mi chiamo Viviana Guadagno, sono una cittadina italiana che, per pura casualità, si è imbattuta, insieme ad altri amanti degli animali, in vari siti e chat cinesi (i buoni cinesi) che il governo (cinese) nasconde accuratamente. Mentre scoppiano guerre a destra e a manca, la bella gioventù cinese si diverte a torturare gatti e piccoli mammiferi in maniera atroce, assurda e malata, ma in Cina è la normalità visto che non esistono neanche i diritti civili. Sono mesi che io ed altri animalisti denunciamo questo scempio a varie istituzioni (animaliste) ma nulla, tutti hanno paura della Cina, addirittura la famosa Peta mi ha consigliato di non guardare, ovvero di fare alla cinese: non vedo il problema per cui il problema non esiste.
Direttore Feltri, sono costretta ad allegare delle immagini che ho estrapolato da queste chat Telegram come prova di quello che sta succedendo ai poveri gatti cinesi (i gatti non hanno nazionalità). La devo avvertire che sono foto terribili e me ne scuso.
Su Telegram ci sono vari gruppi di tortura cinesi che fanno a gara a chi uccide più gatti nei modi più cruenti possibili, gli autori sono giovani cinesi, in più vendono illegalmente i video delle torture. Lo fanno non solo per piacere personale ma anche per far soffrire noi occidentali perché sanno che amiamo gli animali. Segnalati più volte, stanno sempre lì più attivi e cattivi di prima.
Direttore Feltri, io e i miei amici non viviamo più bene da quando abbiamo scoperto questa realtà perché nessuno ci è mai venuto incontro in questa battaglia. Ma che nuove generazioni stanno crescendo in Cina? La Cina che piace tanto alla Ztl romana. E se questi psicopatici venissero in Italia? Non mi aspetto una risposta, spero solo che qualcuno prima o poi renda nota questa barbarie cinese e li facesse vergognare una volta per tutte.
Con immensa stima, cordiali saluti.
Viviana Guadagno

Cara Viviana,
la tua lettera mi ha profondamente turbato e ti ringrazio per avermi avvertito che le immagini allegate fossero particolarmente forti e cruente. Ho evitato di visionarle in quanto vedere creature indifese seviziate per puro godimento è per me devastante. Non ci dormirei la notte. Tuttavia, una persona a me vicina ha scorto qualcosa e mi ha confermato che si tratta di materiale esageratamente violento. Anche questa persona, che non ha visto che una foto, è rimasta sconvolta e mi sono pure sentito in colpa per questo suo malessere. Tuttavia, tu hai fatto bene a raccogliere prove e documenti. Non pubblicheremo nulla di quella raccolta e puoi facilmente immaginare i motivi di tale scelta, però io stesso farò in modo che questa documentazione vada nelle mani di chi può indagare e intervenire affinché certi crimini, che hanno una portata internazionale, dato che lo scambio di queste immagini avviene da una capo all'altro del mondo, vengano adeguatamente contrastati e in qualche modo puniti. Ti faccio questa promessa: la tua richiesta di aiuto è già stata fatta mia e me ne sto già occupando.

Non ne farei una questione di nazionalità. Anche in Italia avvengono delitti atroci verso gli animali e anche verso i bambini: torture, violenze, abusi di ogni tipo. Anche in questi casi foto e video finiscono nella rete. L'essere umano ha questa parte di cattiveria che troppo spesso emerge prendendo il sopravvento.

Ammiro i cinesi perché sono solerti lavoratori, che vengono qui a sgobbare, almeno nella stragrande maggioranza dei casi. Certo è che in Cina c'è una minore sensibilità nei confronti degli animali, tanto che è ancora ammesso tenere in ristrette gabbie e ammassati i cani per poi ucciderli e mangiarli. Usi per noi abominevoli. Sorvolo sull'usanza di mangiare anche creature vive, non scendo nei dettagli disgustosi.

Mi rammarico per il disinteresse da parte delle associazioni animaliste, le quali non dovrebbero difendere i diritti solo delle creature che si trovano sul nostro territorio, proprio perché, come tu sottolinei, gli animali non hanno nazionalità. Probabilmente vi è di fondo un senso di impotenza, che pure posso comprendere, ossia la consapevolezza che da qui poco si possa fare, ma quel poco che pure si può fare è essenziale che venga compiuto.

Ce la metteremo tutta.

Ti abbraccio.

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