Cultura e Spettacoli

Caos alla Scala. Ma su Pereira nessuno decide

Imbarazzano le lettere d’affari tra il sovrintendente in pectore e il «suo»Festival di Salisburgo. La Regione: stop alla nomina. Incontro Franceschini-Pisapia

Il Teatro alla Scala di Milano
Il Teatro alla Scala di Milano

A chi di dovere l'ardua sentenza, ovvero al Cda di lunedì prossimo. È in quella sede che si delibererà la conferma o destituzione di Alexander Pereira quale sovrintendente della Scala di Milano. Per la verità, ieri il sindaco Giuliano Pisapia, presidente del Cda scaligero, è stato a Roma per confrontarsi sul tema con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. L'esito? La competenza in materia spetta al Cda, ha spiegato il ministro che, scoppiato il caso, aveva chiesto una documentazione scritta sulla faccenda. Se Pisapia aveva pensato di demandare la decisione a Roma, forse ieri non avrà fatto i salti di gioia. Questi rimbalzi di decisioni, lungo l'asse Milano-Roma-Salisburgo, si trascinano da settimane ormai e alimentano una bufera che non fa certo bene a uno dei marchi più prestigiosi di casa nostra. Un marchio internazionale sul quale starebbero investendo anche sponsor stranieri: i contributi pubblici diminuiscono quindi i sostegni oltralpe e oltreoceano, tutt'uno con quelli italici, non possono che essere sono graditi.

Riassunto del fatto. Pereira è stato nominato sovrintendente lo scorso giugno, ma sarà tale dal prossimo settembre poiché al momento è consulente, e infatti è ancora in carica Stephane Lissner. Nel mondo della lirica, le stagioni si preparano almeno con due anni d'anticipo se si vogliono spuntare costi e artisti interessanti. Dunque Pereira ha iniziato subito a lavorare ai cartelloni futuri, incluso quello della stagione Expo (2015) pronto solo per il 60%. Fra i prodotti nel carrello-Pereira, ci sono 4 titoli, più altri potenziali, del Festival di Salisburgo, manifestazione di cui è intendente uscente. È stata proprio questa operazione a destare perplessità: si accusa Pereira di conflitto d'interessi. I dati della compravendita sono noti da tempo, li ha diffusi prima di Pasqua Pereira in persona, via stampa. Ma ieri, proprio in occasione dell'incontro Franceschini-Pisapia, sono stati ricordati nuovamente con la pubblicazione di stralci, su Repubblica, di lettere con cui Pereira, lo scorso settembre, si impegnava ad acquistare titoli dal festival di Salisburgo. Lettere firmate «il sovrintendente dal 2104» e accolte da Helga Rabl-Stader, presidente di Salisburgo, con apparente sorpresa «dato che sei coinvolto in questo accordo in qualità di futuro sovrintendente e come attuale direttore artistico del Festival di Salisburgo».

Inevitabile il caos. «Le lettere di Pereira peggiorano la situazione, già di fatto molto imbarazzante. Non si può avere un doppio ruolo e neanche vestire due giacche, soprattutto in un periodo così particolarmente delicato. Preoccupa altresì il ritardo sulla programmazione artistica della prossima stagione, legata anche ad Expo, e lo scarso utilizzo delle risorse umane e artistiche presenti alla Scala», ha tuonato il vicePresidente del Consiglio provinciale, Roberto Caputo. L'assessore alle Culture della regione Lombardia, Cristina Cappellini, è tornata a chiedere, questa volta ufficialmente, la testa del manager.

Riccardo Chailly, che a gennaio subentrerà a Daniel Barenboim in qualità di direttore musicale, difende a spada tratta Pereira, lo stesso vale per Zubin Mehta, decano del podio. In Scala, bottega d'arte e pure centro di potere, vivono due correnti di pensiero. C'è chi grida allo scandalo e chi giudica conveniente l'acquisto di «prodotti» a un costo ridotto rispetto al valore, prodotti di qualità: testati sul campo, e già premiati da critica e pubblico. Si dovrebbero utilizzare di più le risorse umane della Scala? Le risorse scaligere sono fra le più apprezzate al mondo. Ma è anche vero che impiegarle in modo esclusivo, cioè produrre tutto in casa, non è sostenibile economicamente, cosa ben nota a chi opera nel settore come si legge anche in un articolo del Sole 24 ore di domenica. Coprodurre, noleggiare o acquistare opere da fuori non è più una possibilità, ma una necessità. Lo è a tal punto che lo si è fatto regolarmente in questi anni scaligeri, Wagner è stato coprodotto con il teatro di Berlino, dove è direttore musicale Barenboim, pure al timone della Scala fino al prossimo dicembre.

Nato dalla collaborazione con Berlino pure Simon Boccanegra atteso in ottobre, con Placido Domingo nel cast.
Fra i titoli salisburghesi incriminati ci sono i Maestri Cantori per i quali si prevede la sinergia di Salisburgo, Scala, Parigi, quella Parigi dove approderà Lissner: si griderà allo scandalo anche lì?

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