Cultura e Spettacoli

Afterhours, il rock racconta il dolore

Un album doppio, 18 canzoni, 9 più 9. È Folfiri o Folfox degli Afterhours, il primo dopo il cambio di formazione che ha visto Stefano Pilia (Massimo Volume) e Fabio Rondanini (Calibro 35) sostituire rispettivamente Giorgio Ciccarelli alla chitarra e il batterista storico Giorgio Prette. Una seconda vita per la band milanese. Morte e rinascita, tormento e consapevolezza, Dio e Uomo, è tutto in Folfiri o Folfox che, dice Manuel Agnelli, prende il nome dai «due trattamenti chemioterapici ai quali mio padre si stava sottoponendo» e che nasce dopo «quattro anni densi di cambiamenti a volte naturali e necessari, a volte laceranti. Ho perso mio padre che era da poco ridiventato il mio migliore amico - prosegue Agnelli - parlandone agli altri ho scoperto che nel gruppo stavamo passando tutti attraverso lo stesso sconvolgimento. Ognuno a modo suo, naturalmente». Prodotto da Tommaso Colliva (Muse, Franz Ferdinand, Mauro Pagani e Marta sui Tubi tra gli altri), 'Folfiri o Folfox', in uscita il 10 giugno, è un disco eterogeneo, esplorativo, alla costante ricerca di ispirazione, di un senso. La ricerca e la voglia di sperimentare, di conoscersi. Un approccio che ha avuto come effetto più evidente la produzione di canzoni senza struttura canonica strofa/ritornello, suoni spinti al limite, strumenti classici e non usati in una veste inconsueta. Un disco sulla malattia e sulla cura, anche se «morirai per un protocollo» perché «la sanità può curare i suoi grandi numeri ma non me» come dice la titletrack Folfiri o Folfox. Un'esperienza che segna uno spartiacque nel vissuto del leader degli Afterhours («Le fidanzate che ti mollano al confronto sono una gioia») che è pronto a diventare il nuovo coach della prossima edizione di X Factor. Una scelta, la sua, che ha destato qualche critica da parte di chi lo ha sempre considerato un idolo distante dal mondo televisivo. E che sarà una delle sfide più interessanti della prossima stagione televisiva.

RS

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