Sanremo 2016

Fra arcobaleno e carnevale, l'amore è la solita fregatura

Tanto i testi di Sanremo sono sempre d'amore, e l'amore è sempre lo strazio di lui che lascia lei o lei che lascia lui

Fra arcobaleno e carnevale, l'amore è la solita fregatura

C'è gente che mi dice: «Ma perché ascolti i testi? Io sento solo le canzoni», ok, ma allora perché cantano? Io invece ascolto solo i testi, deformazione professionale, anche perché sono sempre tremendi e per questo divertenti. Tanto i testi di Sanremo sono sempre d'amore, e l'amore è sempre lo strazio di lui che lascia lei o lei che lascia lui, per forza, ma chi ci sta con voi. Valerio Scanu canta: «Finalmente piove e il suo rumore non se ne va/ ma le mie parole le puoi capire/ senza dirtele in faccia/ le ho riflesse negli occhi». A parte la sgrammaticatura del «suo rumore» (di chi?), passiamola per licenza poetica, ma io se fisso gli occhi di Scanu vedo solo un riflesso da pesce lesso, e comunque speriamo che la pioggia diventi un tornado e li spazzi via. Dolcenera canta a squarciagola: «Ora o mai più/ tu vieni verso di me/ e le cose cambiano», e c'è solo il ritornello, si è incantato il disco, e hanno fatto bene a escluderla, non ho mai dimenticato quanto fece soffrire Francesco Baccini quando andò verso di lei, e senza neppure dargliela. Patty Pravo, bellissima e imbalsamatissima, che muoveva le braccia con i fili dei tecnici dell'Ariston e girava come fosse una bambola rotta, dice a lui che la lascia «Ma i cieli sono immensi immensi immensi in me immensi immensi/ Ti ricordi di Parigi/ Ti ricordi di Boulevard/ L'acqua alta di Venezia», ma cosa vuoi che si ricordi, sarà un amore di quarant'anni fa.Che poi a Sanremo si canta sempre l'amore perché in amore si dicono solo cazzate ma suonano bene, perfino il grandissimo Enrico Ruggeri canta Il primo amore non si scorda mai, mica è vero, in genere è una racchietta brufolosa delle scuole elementari che ti sembrava una principessa e ora se la vedi è grassa e vecchia e per fortuna si è sposata un altro. La più originale era la negra Cecile, che cantava «sono negra negra negra/ ma quando mi vedi nuda nuda nuda non te ne fotte più», trombata subito, perché era negra ma vestita.

Dell'amore, in fondo, resteranno solo le striscette arcobaleno sventolate dai cantanti, chi vuole intendere intende perché già lo sa, parte del pubblico catodico e catatonico della Rai avrà pensato fossero trombette di carnevale.

Commenti