Cultura e Spettacoli

Arriva «The voice» E il talent diventa cieco per sentirci meglio

Debutta domani lo show musicale di Raidue dove conta il canto. Tra i capitani Raffaella Carrà: "Credo molto in questo progetto"

Arriva «The voice»  E il talent diventa cieco per sentirci meglio

La linea l'ha spiegata bene Piero Pelù, la cui scelta di essere lì è già una discriminante. «Questo non è un talent - ripete più volte a chi si ostina a chiamarlo così - questo è un programma musicale. Anzi è il primo programma, dopo molti anni, dove a contare non è l'immagine, ma solo la vocalità e dove si lavora per creare un rapporto diretto tra musica e creatività. Solo per questo ho accettato di partecipare».

Parole di un rocker che si è sempre tenuto lontano dal sistema televisivo (in passato si è anche espresso contro i talent) che danno la misura delle ambizioni di The Voice of Italy. È il nuovo show di Raidue, realizzato in collaborazione con Toro produzioni, in partenza domani sera e presentato ieri, che si trova ad affrontare due obiettivi grandi come una montagna: riproporre uno show musicale dopo il passaggio di X Factor a Sky e il fallimento di Star Academy e porsi da base per la ricostruzione della rete stessa, in crisi di identità e di ascolti.

Insomma, una scommessa da fare venire i brividi. Tanto che la rete ha cercato di mettere in campo le sue maggiori potenzialità. Prima di tutto la squadra dei coach-capitani: oltre a Piero Pelù, Raffaella Carrà, Riccardo Cocciante e Noemi, uno spettro musicale il più ampio possibile, dalla giovane uscita lei stessa da X Factor (Noemi partecipò alla seconda edizione) a un volto storico della televisione e della musica, la Carrà. In secondo luogo, il meccanismo: in qualche punto somiglia al talent in onda su Sky (soprattutto nella fase del televoto), ma si basa su un sistema che ha avuto successo in tutto al mondo: la scelta al buio (blind audition) dei concorrenti. I coach selezionano i propri «allievi» sentendo solo la voce, girati di spalle seduti su enormi poltrone, e si girano solo se vogliono quel cantante in squadra. In sostanza, un modo per dare importanza alla capacità canore e non all'aspetto. «Se io mi fossi presentato in un talent tradizionale - ironizza simpaticamente Cocciante - non mi avrebbero mai preso. Magari in uno show così sì». Precisa Raffaella, che fa un po' la chioccia della squadra dei coach, lei che ha scelto di tornare in televisione in un programma corale e così diverso da suoi: «Ovviamente poi la capacità di stare sul palco, la padronanza dei movimenti è importante, pure per un purista come Pelù, ma questo si vedrà nelle fase successiva del programma». Da non dimenticare nei punti di forza, la mega scenografia allestita negli studi di via Mecenate (gli stessi che videro nascere X Factor). Ora bisognerà vedere se tutti questi ingredienti sapranno coinvolgere un pubblico abituato più all'immagine che alla qualità canora.

«È la nostra scommessa - spiega il neo direttore di Raidue Angelo Teodoli - Da qui partiamo per rifondare la rete con l'obiettivo di dare spazio alle persone più che ai personaggi». A condurre il programma ci sarà l'attore Fabio Troiano nell'inedita veste di inviato a bordo-studio e la «v-reporter» Carolina Di Domenico che terrà i collegamenti con il mondo del web. Mondo che entrerà con forza nello show (i brani in streaming si potranno ascoltare in esclusiva sul portale deezer, Rtl 102.5 seguirà la diretta della trasmissione). I quattro capitani saranno affiancati da special coach: Raffaella Carrà ha scelto Gianni Morandi, Riccardo Cocciante i Modà, Noemi Mario Biondi e Piero Pelù Cristiano Godano dei Marlene Kuntz.

Nomi forti, chissà se lo sarà lo show.

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