Cultura e Spettacoli

Bacharach: «Con la melodia ho stregato Marlene Dietrich»

Magic Moments, Raindrops Keep Falling On My Head, The Story of My Life, Alfie... Un elenco infinito di canzoni entrate nell'immaginario collettivo scritte da un genio della musica leggera come Burt Bacharach, a 86 anni ancora grande pianista e compositore che suonerà in Italia il 16 luglio al Ravello Festival e il 18 al Festival del Vittoriale. Bacharach (con il fido paroliere Hal David, una delle coppie più prolifiche del mondo della musica) ha fatto della canzonetta un'arte. Come? «La musica deve essere semplice e fresca - risponde - deve colpire al primo impatto. Inutile cercare arrangiamenti complicati e intellettuali, l'importante è valorizzare la melodia. Questo è l'insegnamento che mi ha dato Darius Milhaud che mi diceva: “non avere mai paura di giocare con la melodia”». Studi con Milhaud per l'anarchico Bacharach ma grande amore per il jazz. «Da ragazzo facevo carte false per entrare nei club ed ascoltare Dizzy Gillespie e Charlie Parker; quelle jam sessions a base di bebop hanno cambiato le coordinate della musica moderna».
Un meraviglioso cocktail sonoro trasformato in canzoni che attraversano ogni genere e stile, se si pensa che The Story of My Life arrivò al primo posto della classifica country e western nella versione di Marty Robbins. Mentre scriveva queste grandi hit (che ancora non gli rendevano le montagne di dollari che avrebbe guadagnato in seguito) Burt per fare esperienza divenne arrangiatore e direttore musicale della band di Marlene Dietrich. «Lei era una star internazionale, io ero all'inizio della mia carriera. Mi accostai a lei con sussiego e rispetto ma diventammo molto amici. Suonammo insieme ovunque e rischiai perfino di diventare il suo amante». Ma intanto i successi continuavano a fioccare, come Magic Moments che nelle mani di Perry Como divenne un superclassico. «Io e Hal David lavoravamo nel Brill Building, un palazzo di editori musicali di Tin Pan Alley, e scrivevamo i brani nelle ore d'ufficio, cioè fino alle cinque, perché poi chiudevano il portone e noi non avevamo le chiavi. Nessuna session notturna o notti brave».
Alla sua onorevole età e dopo centinaia di canzoni scritte, Burt non ne dimentica nessuna e esibisce con orgoglio la sua preferita. «Considero le mie canzoni come figlie, le ho tutte nel cuore, da Look of Love scritta per Dusty Springfield e inserita nella colonna sonora del film di James Bond Casino Royale (il pezzo mi fu ispirato da Ursula Andress) alle musiche per Butch Cassidy, ma il pezzo cui sono più legato è A House Is not a Home, che scrissi per Dionne Warwick nell'omonimo film con Shelley Winters. Questo è il brano che fra tutti mi rappresenta meglio». La Warwick fu una delle muse favorite di Bacharach e David, ma il compositore ha lavorato con ogni genere di artista, passando da Stevie Wonder a Cher (che ha riletto Alfie dopo la versione originale di Cilla Black) e brani come My Little Red Book furono ripresi anche da gruppi di rock psichedelico come i Love. Dopo una flessione artistica (canzoni veramente non all'altezza) negli anni '70 e '80, da cui comunque si salvano album stupendi come Reach Out, Bacharach torna prepotentemente a far sentire la sua influenza sul mondo musicale con numerosi progetti, tra i quali spicca l'album con Elvis Costello Painted From Memory. «Costello è uno dei musicisti più versatili che io abbia mai incontrato; è un artista colto e senza confini».
Oggi, a parte i concerti, Bacharach continua a lavorare. «Sto preparando un musical teatrale, la commedia musicale mi affascina con la sua raffinatezza ed eleganza. Non sono più interessato a fare dischi, il pop è troppo commerciale e legato ai gusti del pubblico oggi».

Per chi non seguirà i suoi concerti si consiglia il triplo cofanetto The Look of Love e la nuova autobiografia «Chiunque abbia un cuore».

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