Cultura e Spettacoli

Al Bano e Romina: "La tv ci ha riunito"

Condurrano (a distanza) lo show che aiuta gli spettatori a rintracciare le persone scomparse o mai conosciute

Al Bano e Romina: "La tv ci ha riunito"

Ci sono certi programmi nei quali mai t'aspetteresti di trovare certi conduttori. La notizia che Al Bano e Romina avrebbero guidato in coppia la terza edizione di Così lontani così vicini, - il programma che rintraccia e riunisce parenti dispersi - ha suscitato non solo prevedibili commenti a doppio senso (pur uniti nella conduzione, infatti, i due ex coniugi non saranno mai fisicamente vicini) ma soprattutto, data la natura dello show, il sospetto d'una trovata di dubbio gusto. Com'è possibile, ci si chiedeva, che proprio una coppia distrutta da una tragedia come la loro (la figlia scomparsa), possa dedicarsi ad un programma che riunisce genitori e figli dispersi? Alla presentazione del programma (dal 22 per sei venerdì su Raiuno) i due si sono presentati con quel mix di malcelata punzecchiatura e sorvegliata affettuosità che, dalla Russia a Sanremo fino all'Arena di Verona, ha scandito le tappe della loro progressiva, chiacchieratissima reunion.

Lo fanno per denaro? O per un autentico, ritrovato affetto? Loro ci scherzano su; mentre cinici e romantici rimangono ciascuno della propria idea. «Abbiamo recuperato il rispetto spiega lui -. E se ora non fossimo più vicini, non saremmo qui». «Questo programma non volevo farlo; ho ceduto quando io e Al Bano ci siamo baciati sulla bocca per dieci minuti scherza lei -. Con un altro non avrei accettato. No: con uno solo, cioè. Richard Gere». Resta aperta la questione: dopo la partnership con Cristina Parodi e Paola Perego, infatti, il lavoro di Al Bano e della sua nuova collega non cambierà. Lui, in un luogo, parlerà con la persona che chiede di rintracciare il parente; lei, in un altro, col parente ritrovato. Mai insieme.

E nonostante tutto si svolga «in maniera molto rispettosa, non in studio davanti ad un pubblico ma in un appartato vis-a vis coi protagonisti della storia», la mancanza di spettacolarizzazione o speculazione del dolore non sposta il nodo della questione: il pubblico non criticherà l'inevitabile collegamento fra il vostro dramma privato e quelli televisivi altrui? «Non ho accettato di condurre Così lontani così vicini pensando al mio dramma spiega Romina -. La mia storia è molto diversa da quelle che racconteremo. Queste sono tutte a lieto fine, il che mi ha aiutato ad affrontarle con serenità, nonostante il coinvolgimento emotivo». All'inizio, confessa, proprio questo particolare le era sfuggito: «Al Bano insisteva sul fatto che io avevo le risorse professionali ed umane per affrontare la sfida. Ma non mi aveva avvertito che si rimane molto presi dal dolore, dalla speranza, e infine dalla gioia, dei nostri protagonisti. Per fortuna negli ultimi anni ho lavorato molto sul mio karma. E mi sono rafforzata».

Romina si dice anzi entusiasta del fatto che «la tv possa offrire un servizio positivo, arrivando là dove neppure le organizzazioni governative riescono ad arrivare. Non c'è nulla d'inventato o di pilotato. E ogni storia viene trattato con delicatezza». L'esperienza potrebbe dunque preludere ad un ritorno alla vera e propria conduzione televisiva? «No, no: un programma tradizionale, con tutto l'apparato un po' fasullo tipico degli show lo studio, gli applausi pilotati, le frasi fatte - non l'avrei mai accettato. Né sento desiderio di tornare a farlo. Mentre questo, che aiuta davvero le persone, e che ti lascia dentro una ricchezza di sentimenti, questo l'ho fatto molto volentieri». Non tornerebbe nemmeno a Sanremo, Romina: «Forse come ospite, se mi pagassero abbastanza», scherza. E comunque mai in gara. «Quando partecipavamo al concorso Al Bano si divertiva da morire. Io lo odiavo». C'è un solo argomento che potrebbe convincerla a ripresentarsi a quel pubblico televisivo che, nonostante tutto, continua ad amarla teneramente: «Qualcosa che fosse realmente utile al telespettatore. Penso ad un programma su temi ambientalistici o ecologici. Guardate i rischi che stiamo correndo, ad esempio, con queste previste trivellazioni del Mediterraneo per la ricerca petrolifera.

Per impedire un simile scempio sarei davvero pronta a rimettermi in gioco».

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