Cultura e Spettacoli

"Bevevo perché mi sentivo solo". Il rapper Junior Cally racconta il suo passato tormentato

Dopo le accuse ricevute al festival di Sanremo, in vista dell'uscita del suo album, Junior Cally si racconta nel salotto di Verissimo

"Bevevo perché mi sentivo solo". Il rapper Junior Cally racconta il suo passato tormentato

È stato la mina vagante dell’edizione numero 70 del festival di Sanremo. Il rapper Junior Cally, artista eclettico e molto amato dai più giovani, si è presentato sul palcoscenico dell’Ariston dopo un vortice di critiche, polemiche e accuse di sessismo. Nell’occhio del ciclone è finita la sua "Si chiama Gioia", canzone di tre anni fa, in cui in molti hanno trovato frasi ed esternazioni fuori luogo che sono state rivolte al pubblico femminile. Accuse che Junior Cally ha cercato sempre di giustificare, affermando che i suoi testi "devono essere compresi". Ma sotto la maschera da rapper c’è un uomo come tanti che ha un passato e, soprattutto, un vissuto. E sabato, inviato nel salotto pomeridiano di Verissimo, ha cercato di mettere a tacere tutte le polemiche dell’ultimo periodo, rivelando anche particolari inediti sulla sua gioventù.

Prima di tutto, Junior Cally è stato interrogato sulla sua partecipazione a Sanremo e, ovviamente, si aperta una parentesi sulle accuse di sessismo che lo hanno travolto. "Non mi sono scusato per la mia canzone. Mi scuso solo se a causa di quel testo c’è chi si è sentito ferito – esordisce -. Le opere meritano di essere calate in un contesto e non estrapolate senza criterio". Il rapper infatti ammette che è proprio nel suo stile parlare senza filtri. "Oggi ci chiedono di essere sobri e con dei limiti – aggiunge -. Ma nessuno ha compreso che è sottile il limite tra libertà e censura. Allora questo discorso vale anche per i film di Kubrick, ad esempio. Esiste uno spaccato di vita ed è giusto che venga raccontato".

E successivamente, il giovane rapper che all’anagrafe è conosciuto come Antonio Signore, racconta la sua gioventù difficile tra droga e alcol. "Sono cresciuto in un paesino di 1800 abitanti dove il pregiudizio era all’ordine del giorno. In un momento difficile sono caduto nella spirale dell’alcol – rivela -. Mi sono sentito per molto tempo in colpa nei confronti dei miei genitori. Sono andato avanti e indietro per gli ospedali per 4 anni. Ho avuto un periodo molto turbolento". E afferma inoltre che "tra i 20 e i 23 anni mi sentivo solo e per questo ho fatto abuso di alcol e droghe". Junior Cally si è sentito inferiore e, solo quando ha toccato il fondo, si è sentito in dovere di affrontare a testa alta il suo periodo buio. "Ora sono innamorato di Valentina e sono molto felice", continua.

Intanto il 28 febbraio è disponibile "Ricercato? No grazie", il suo album di studio, e il 17 aprile sarà a Roma per la prima di due esibizioni live.

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