Cultura e Spettacoli

La bio doc è un genere tutto da vedere (e da pensare), da Ambrosoli al "signor Belén"

Materiali d'archivio, interviste e fiction per rileggere la recente storia d'Italia

La bio doc è un genere tutto da vedere (e da pensare), da Ambrosoli al "signor Belén"

Il calvario di Giorgio Ambrosoli, il coraggio di Nilde Iotti, l'epopea di Paolo Rossi, la vita in vetrina di Stefano De Martino, il viaggio letterario di Paolo Cognetti. Per gli spettatori che vogliono scoprire o riscoprire personaggi che hanno fatto la storia e che fanno il presente, nelle prossime settimane sono in arrivo al cinema e in tv importanti documentari. Un tempo considerati di serie B rispetto a film e serie, oggi si chiamano bio doc, biografie a metà tra materiale d'archivio, interviste e fiction, e stanno diventando un genere molto seguito. Un'industria in fermento che propone prodotti con linguaggi moderni e nel contempo accattivanti per il grande pubblico (e, proprio per questo, in alcuni casi un po' troppo didascalici e apologetici).

Non per nulla, al Mia, mercato tv in corso a Roma, ne sono stati presentati tanti da diverse case di produzione. I più importanti sono proposti dalla Rai, che in questo modo prosegue il racconto della memoria storica del nostro Paese. Nel quarantennale della morte, il 19 novembre andrà in onda sul primo canale Giorgio Ambrosoli - Il prezzo del coraggio, dedicato all'avvocato liquidatore della Banca Privata Italiana, ucciso su mandato del banchiere Michele Sindona. Prodotto da Stand By Me di Simona Ercolani, Ambrosoli avrà il volto di Alessio Boni, in un racconto inframezzato da testimonianze del suo collaboratore più stretto, il maresciallo Silvio Novembre, del figlio Umberto, degli amici e dei colleghi. Storia di Nilde (una produzione Anele, regia di Emanuele Imbucci), in onda nella prima metà di dicembre, racconta la storia di una delle donne più significative della storia politica, sociale e culturale italiana, la prima a diventare presidente della Camera e ad aprire alle donne la possibilità di ricoprire importanti ruoli istituzionali. Attraverso l'interpretazione di Anna Foglietta, si ripercorre la sua vita dall'adesione alla Resistenza fino ai momenti più travagliati, compreso il rapporto, a quell'epoca scandaloso, con Togliatti. Sempre a dicembre, per il cinquantesimo anniversario della strage, sarà trasmessa la docufiction Piazza Fontana. Io ricordo (Aurora Tv, regia di Francesco Miccichè): si può inquadrare fra le bio doc perché la vicenda processuale viene ricostruita attraverso il punto di vista di Francesca Dendena, figlia di una delle vittime e presidente dell'Associazione famigliari, interpretata da Giovanna Mezzogiorno.

Per quanto riguarda le bio prodotte per il cinema, chi vuole gustarsi le meravigliose immagini dei goal di Pablito e ripercorrere le tappe della sua vita anche fuori dal calcio, dalla povertà alla realizzazione di un grande sogno, con «le gioie e anche le cadute», come ricorda lo stesso Paolo Rossi presente all'anteprima al Mia, dovrà aspettare l'uscita nelle sale di A champion is a dreamer who never gives up. «Con questo film - spiega - volevo anche trasmettere il messaggio che il calcio dà a tutti una possibilità». Al cinema Barberini, a Roma, solo oggi si potrà invece vedere Su di me, la bio doc di Stefano De Martino, in visione anche sulla piattaforma Dplay, che racconta le sue umili origini quando scaricava la frutta a Torre Annunziata, prima di diventare un divo della tv e il marito di Belén.

Chi ama le scalate, fisiche e mentali, dello scrittore Paolo Cognetti, potrà percorrere insieme a lui in Big North, nelle sale a primavera, centinaia di chilometri fino all'Alaska sulle orme degli scrittori, da Carver a Kerouac, che sono stati i suoi mentori.

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