Cultura e Spettacoli

Bocci, poliziotto infiltrato da "Solo" nelle famiglie della 'Ndrangheta

La serie mostra la lotta alla mala con lo sguardo degli uomini dello Stato

Bocci, poliziotto infiltrato da "Solo" nelle famiglie della 'Ndrangheta

Questa è una storia vera. Ma Pietro Valsecchi non sa come si chiami chi l'ha vissuta. Non sa dove abiti; neppure che faccia abbia. «Nessuno deve saperlo spiega il produttore della Tao Due - Il segreto più assoluto deve coprire integralmente l'esistenza di un infiltrato». Avrà dunque la faccia di Marco Bocci, il poliziotto che in Solo quattro puntate da mercoledì prossimo in prima serata su Canale 5 - s'infiltrerà (per la prima volta in una serie tv italiana) nell'oscuro e relativamente poco sondato mondo della 'ndrangheta calabrese. «I poliziotti che fingono d'essere criminali, e per difendere tutti noi rischiano ogni giorno la pelle, sono centinaia osserva l'attore -. Più che eroi destinati a restare sconosciuti: esseri umani autentici, pieni di difetti e paure, ma leali e coraggiosi fino alle estreme conseguenze». Ispirato dunque alle pericolose esistenze di molti di loro, Solo nome in codice del protagonista ma anche allusione al loro più insidioso nemico: l'isolamento pressoché totale - è anche la prima ad occuparsi diffusamente della 'ndrangheta, «cui cinematograficamente si è sempre preferito la mafia o la camorra nota il regista Michele Alhaique -. Un mondo sommerso, molto diffuso e radicato, ma che vuole attrarre su di sé la minor attenzione possibile. Per questo sono felice che col nostro, che in fondo è solo un poliziesco, si faccia anche opera di denuncia civile». E all'anteprima, in effetti, la serie Mediaset ha incassato i complimenti di due illustri autorità in materia: il questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi («Solo è estremamente aderente alla realtà; prodotti come questo ci aiutano a far capire il fenomeno alla gente») e il procuratore di Reggio Calabria Raffaele Cafiero («Ricostruisce esattamente l'ambiente, i rischi, la solitudine, le dinamiche entro cui si calano i nostri agenti»). Ma del risvolto positivo del racconto, «che racconta il crimine dal punto di vista dei poliziotti; dunque nella esatta prospettiva», è fiero soprattutto il produttore Valsecchi: «Anche producendo dei polizieschi noi cerchiamo di rappresentare l'altra metà del Paese. Quella onesta e costruttiva.

Per questo stiamo realizzando quattro film su altrettanti eroi civili, che hanno avuto il coraggio, ciascuno nel proprio ambiente, di opporsi alla malavita: il giornalista Mario Francese, l'imprenditore Libero Grassi, l'assessore Renata Fonte, la poliziotta Emanuela Loi».

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