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Criminal, com’è il nuovo crime antologico di Netflix

Criminal è la prima serie tv antologica e paneuropea di Netlfix basata sugli interrogatori della polizia. Un esperimento interessante ma che non convince del tutto

Criminal, com’è il nuovo crime antologico di Netflix

Criminal è la nuova serie tv antologica di Netflix di genere crime e con una struttura paneuropea che si divide in quattro Paesi.

Regno Unito, Francia, Spagna e Germania, sono queste le quattro nazioni nelle quali è ambientata Criminal. Con tre episodi ciascuno, Criminal racconta una storia crime che ha per oggetto gli interrogatori. Le ambientazioni di ciascun blocco narrativo sono le medesime: una stanza in cui si svolgono gli interrogatori, una dove i detective visionano lo svolgimento delle interviste ai sospettati e una zona caffè, luogo di decompressione dalla tensione del loro lavoro e dagli attriti che si instaurano fra i protagonisti.

Nel cast di Criminal spicca David Tennant, già decimo Doctor Who e di recente il demone in Good Omens, ed ora protagonista del primo episodio della serie dedicata al Regno Unito, dal titolo Edgar, il miglior episodio inglese. Per le tre storie dedicate alla Germania invece si può riconoscere Sylvester Groth, che in Bastardi senza gloria aveva il ruolo di Joseph Goebbels, mentre nella seconda stagione di Dark è stato l’investigatore Clausen e in Criminal invece è Karl Schultz. I tre episodi di ciascun blocco nazionale sono tra loro collegati per quanto riguarda le relazioni lavorative, e a volte sentimentali, tra gli investigatori, ma non per i casi, o meglio gli interrogatori, oggetto del singolo episodio.

Ulteriore differenza è data dalla tecnica di interrogatorio che viene adottata. Per il Regno Unito si può notare l’aderenza alle prove a disposizione e la conseguente pressione fatta sui sospettati sulla base di queste, senza tuttavia sottovalutare l’istinto, come vediamo nell’episodio intitolato Stacey. Non è così per la Spagna e per l’investigatrice Jefa María de los Ángeles Toranzo Puig interpretata da Emma Suárez, la quale in più occasioni ricorre a metodi molto discutibili sia a livello procedurale che etico pur di ottenere il risultato, cioè la confessione o la reclusione di un criminale pericoloso. Della stessa pasta è anche Karl Schultz, il cui passato nella Germania divisa ai tempi della guerra fredda e del muro di Berlino lo ha reso un osso duro con cui avere a che fare, come dimostra perfettamente nel secondo e terzo episodio tedesco. Meno interessante invece la parte dedicata alla Francia, di cui si salva solo l’interrogatorio di una giovane presunta vittima dell’attentato del Bataclan, merito che deriva unicamente dal racconto basato su di un tragico evento realmente accaduto.

Il genere crime targato Netflix non accenna a fermarsi quindi. Alcuni giorni fa è uscito Unbelievable ed il mese scorso invece è arrivata la seconda stagione di Mindhunter. Criminal si distingue per la sua interessante struttura: antologica e paneuropea, ma non convince nella sua totalità. Infatti, pur apprezzando gli interrogatori del team investigativo tedesco, spagnolo e per il Regno Unito solo quello che vede protagonista David Tennant, non siamo ai livelli delle confessioni ottenute da Rust Cohle in True Detective o dei resoconti che ottiene Holden Ford in Mindhunter.

Criminal risulta quindi essere piacevole da vedere ma non imperdibile, come molti altri titoli che affollano il panorama seriale.

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