Cultura e Spettacoli

Un dizionario per far parlare scienza e letteratura

Un dizionario per far parlare scienza e letteratura

Scienza e materie umanistiche si parlano poco. Soprattutto in Italia. È l'esito di una dicotomia iniziata in epoca rinascimentale.

Niente di male, la cultura contemporanea si nutre di specializzazione. Però questa frattura un prezzo ce l'ha: infrange l'idea di un essere umano completo o polivalente di picomirandoliana memoria. In contro tendenza si muovono in Le magnifiche cento. Dizionario delle parole immateriali (Bollati Boringhieri, pagg. 360, euro 20) Massimo Arcangeli e Edoardo Boncinelli. Arcangeli è un italianista, Boncinelli un genetista, assieme ragionano su dei lemmi fondamentali per la comprensione della realtà. Cercano un piano intermedio dove scienza e letteratura si toccano.

Si parte da «allegria» e si arriva a «volgarità» passando da «coscienza» e «religione» per delimitare quei concetti che determinano il nostro modo di pensare il mondo. Concetti che in realtà sono molto più labili e immateriali di quanto possa sembrare.

Ad esempio sulla parola «ipotesi» si gioca molto del senso della scienza e il libro chiarisce bene tra linguistica e teoria della falsificazione cosa bisogna aspettarsi dalla scienza e dalle ipotesi che ci mette davanti. Anche sul concetto di «limite» il ragionamento oscilla tra il senso cognitivo del termine e quello morale, passando anche per il suo legame con il concetto di confine.

Ma le «alchimie più belle» (nell'alchimia scienza e umanesimo convivevano ancora benissimo) si realizzano sui lemmi più inaspettati. Tanto per dire, su «luce» prende vita una funambolica corsa concettuale che parte dalla linguistica e porta ai ritmi circadiani della biologia. E la «memoria» spazia dalla concezione statica che ne dava il Cratilo di Platone sino ad arrivare al rapporto tra la memoria e la creazione dell'io nelle neuroscienze contemporanee.

Il risultato è una danza in cento passi attorno al senso complessivo della cultura.

Non per tornare indietro a sincretismi impossibili ma per creare un nuovo dialogo tra lingua, storia e scienza.

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