Cultura e Spettacoli

"Da Drake a Luigi Tenco ecco il mio show liquido"

L'artista inizia un tour per mezzo milione di fan "Cascate d'acqua sul palco, ma al centro c'è il pop"

"Da Drake a Luigi Tenco ecco il mio show liquido"

Dal nostro inviato a Lignano

Eccome se Tiziano Ferro è emozionato prima di iniziare il suo tour di maggior successo. Teso e concentrato prima di salire sul palco dello stadio Teghil di Lignano, presenta il suo concerto come «una cosa folle, un viaggio che da Drake arriva a Luigi Tenco», giusto per dare l'idea di un concerto da oltre 30 brani (compresi i medley) spalmati all'interno di un palco di rara eleganza. Rara perché la musica e la voce rimangono comunque centrali. Ed elegante perché il filo conduttore della scenografia è l'acqua. «È mutevole ed imprevedibile come me», spiega lui, atteso da un giro negli stadi che, al momento, ha già raccolto la bellezza di 430mila biglietti venduti (per capirci, a San Siro da venerdì 16 a lunedì 19 ci saranno 125mila spettatori, all'Olimpico di Roma il 28 e 30 giugno circa 90mila). «Ma la tecnologia non incide sulla scaletta, che penso e ripenso da mesi» conferma parlando tutto d'un fiato perché si capisce davvero che le sue canzoni sono il manifesto che cerca: «Il pop si prende gli stadi come ha fatto il rock. Ma non vuole la rivoluzione, cerca soltanto di indagare nella nostra anima».

E nell'anima di Tiziano Ferro c'è la voglia di essere sempre meglio, quasi sfinendosi nella ricerca dei particolari: «Io voglio essere scomodo, altrimenti mi impigrisco e in questo concerto l'acqua non è soltanto protagonista delle immagini sui megaschermi ma arriva davvero e mi bagna anche alla fine». Una pioggia quasi liberatoria a fine concerto. Ma non è che gli effetti speciali possano in qualche modo stordire l'effetto musicale? Siamo in un momento nel quale gli show o sono kolossal oppure non sono. «Questo spettacolo potresti soltanto ascoltarlo - analizza lui - e probabilmente saresti felice lo stesso. È vero che ci sono sempre più trovate spettacolari, ma, se a Beyoncé togliessero i ballerini e la scenografia, rimarrebbe lo stesso la grande Beyoncé». E quindi il tour del Mestiere della Vita mostra un Tiziano Ferro obiettivamente al meglio delle sue prestazioni vocali, mai così calde e convincenti, e una scaletta che ha tre medley (quello R&B, quello Electro Dance - con una Raffaella è mia da applausi - e infine quello Acoustic) e pochissimi cali di tensione, uno dei quali finisce con la strepitosa (e sarebbe da usare il superlativo assoluto) versione di Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco, ancora più convincente di quella presentata all'ultimo Festival di Sanremo.

È un Tiziano Ferro emozionante, quello visto l'altra sera al Teghil di Lignano, uno dei pochi a conservare il centro della scena pur avendo alle spalle un palco da megashow: «Ci sono circa la metà dei brani del mio ultimo disco», dice lui.

Tra questi, spicca come primo dei bis, Il conforto, un duetto con Carmen Consoli strepitoso su disco ma anche qui dal vivo in versione solista (a proposito, perché la Consoli non ha accettato di condividere gli stadi? Sarebbe stato un incontro spettacolare). «Lei sarà in Spagna per alcuni concerti ed era complicatissimo combinare gli appuntamenti». Insomma, due ore e mezza che filano via veloci e che si trasformano anche in una risposta gioiosa e consapevole alle tensioni che ormai vive chiunque vada a un concerto. Non a caso, al Teghil, le misure di sicurezza sono state imponenti, ciascun spettatore è stato controllato, sono state sequestrati tantissime lattine, ombrelli e bottiglie di vetro che, ora più che mai, non hanno il lasciapassare per eventi del genere. «Quanto è accaduto a Manchester mi ha atterrito, oltretutto la strage è accaduta in un luogo che conosco molto bene. Sono attacchi non casuali, ma bisogna neutralizzare la voglia di toglierci la voglia di stare insieme e condividere una gioia», ha spiegato lui prima di salire sul palco. Perciò Tiziano Ferro è rinnovato, diciamocela tutta. E anche più consapevole. «Qualcuno mi chiede se la dimensione degli stadi non sia troppo grande togliendomi il contatto con il pubblico. La mia risposta è semplice: no. L'intimità con gli spettatori non la crei soltanto sedendoti su di una seggiola come faceva Guccini, la crei soprattutto raccontando qualcosa».

Lui ci riesce.

«Se non avessi fatto questo mestiere, forse sarei diventato un misantropo», ridacchia ma fino a un certo punto. Oltretutto il nuovo Tiziano è anche più attivo su quelli che lui chiama «media sociali», ossia i social network: «I miei genitori mi hanno insegnato a parlare soltanto quando ho qualcosa da dire e adesso mi sento di averlo», dice lui con una lucidità sincera e quasi trasparente. Dopo tanti anni di carriera, e molti successi incontestabili, sembra davvero en plein air nel suo rapporto con il pubblico. «Questo spettacolo si avvicina molto a uno spettacolo televisivo. Dopotutto la televisione è nei miei gusti ma non è ancora nel mio futuro immediato. I produttori mi chiedono di fare programmi e io chiedo a loro di darmi idee, ma per ora non c'è altro all'orizzonte». Intanto è il momento dei concerti, poi si vedrà: ci sarà un altro disco, in uscita tra oltre un anno e poi una nuova sfida dal vivo.

Nel bailamme cui il pop ormai si è rassegnato, Tiziano Ferro rimane ancora un «valore assoluto», per fortuna totalmente sganciato dalle più trite e ritrite procedure commerciali.

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