Cultura e Spettacoli

Il favoloso mondo (folk) di Devendra Banhart

Nel nuovo cd canta «personaggi inventati che raccontano la mia vita»

Il bello di Devendra Banhart è che, comunque vada, lui è sempre sorprendente. Anche il suo nuovo disco Mala lo è. È folk, rock, indie e anche vagamente rap. Anche se lui non ne parla (ieri incontro in tardi mattinata alla Warner). Mescola voce (sottile) e chitarra (molto folk) come facevano gli antichi trovatori: come fossero tutt'uno. «Come nel brano Daniel, i protagonisti delle mie canzoni sono tutti inventati. Ma parlano comunque di me». Devendra ha 31 anni è nato in Texas, cresciuto in Venezuela, svezzato in California e ora maturato a New York. Un vagabondo. E sfoggia tatuaggi sparpagliati sulle braccia e capelli neri così lunghi da superare le basette. Potendo scegliere, starebbe sempre zitto. Ma quando parla, parla quasi a caso anche se sostanzialmente segue un filo conduttore: è surreale e dolce, disincantato e goliardico, molto beat oppure freak oppure hip. O hipster, nel senso di quelli per cui è bellissimo solo ciò che non piace a nessuno o quasi: come quando tira fuori titoli di canzoni presentandoli come le più belle di tutti i tempi ma in realtà semisconosciute. In realtà questa è la sua forza: è scicchissimo, surreale e quindi furbacchione e quindi piace a tutta la gente che vuole piacere (compresa Natalie Portman, suo ex compagna). E figurarsi con questo disco, che è bello più del solito e molto più spensierato del solito: troverà nuovi tifosi in tempo reale, garantito. Lui sembra quasi (quasi) non farci neppure caso. A domanda di solito non risponde. Svicola. Minimizza. «Quando arrivo in un paese, la prima domanda che faccio al taxista è: “Chi è il vostro Bob Dylan?”. In Italia il tassista si è girato e mi ha chiesto: “E chi è Bob Dylan?”». D'accordo Devendra, ma chi è il suo Bob Dylan? «È Mohammed Alì».

Capito? Sarà per questo che lui è pure un abile artista visivo (come la sua attuale fidanzata) e che una sua collezione di opere è esposta al Moma di San Francisco di fianco a quelle di Paul Klee: è un tipo che dipinge un mondo tutto suo, assai personale, qualche volta appena compiaciuto che sembra fatto apposta per piacere.

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