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La fiaba dell'italomericana che l'Italia non conosce

Di origini abruzzesi, a 21 anni è già la nuova rivelazione pop Con il cd in uscita tra un mese e un singolo primo in 65 Paesi...

La fiaba dell'italomericana che l'Italia non conosce

La voce, che voce: quattro ottave e un semitono, acuti impressionanti, poco versatile ma impossibile fermarla. Difatti il suo nuovo singolo Problem (brano cantato con la rapper australiana Iggy Azalea) non si è fermato: è arrivato al primo posto su iTunes in oltre 65 nazioni, ha conquistato il numero uno di Billboard e tanti iniziano ad ammettere che, ebbene sì, lei è uno dei fenomeni mondiali prossimi venturi (quasi diciassette milioni di follower su Twitter, per intenderci). A prima vista Ariana Grande (che è nata in Florida da genitori italoamericani ma in Italia è ancora pressoché sconosciuta: «Mia nonna cucina la pasta da grande cuoca») sembra, certo, la solita suppellettile patinata del pop, l'inevitabile corredo estetico di una operazione da classifica. Ha ventun appena compiuti e naviga tranquilla tra pop e r&b, ormai la miglior laguna musicale per provocare qualche onda senza troppa fatica.

Però stavolta pare - il condizionale, please, perché non si sa mai - che lei voglia allontanarsi un po' dal decalogo del perfetto idolo per ragazzini/e. D'altronde è bella ma non esageratamente, requisito determinante per qualsiasi teen idol. Però non è sguaiata neppure per gioco e quindi guai a paragonarla alla quasi coetanea Miley Cyrus: «È un confronto molto fastidioso». Insomma, per capirci, intercettano più o meno lo stesso pubblico ma vanno a due velocità diverse: ormai Miley Cyrus è un catalogo di provocazioni posticce, lei no.

Anzi Ariana Grande è sempre stata così attenta a non fare il passo più lungo del proprio repertorio tanto da rinnegare e ritirare da YouTube il suo primo singolo Put your hearts up del 2012, che in effetti si meritava tutte le critiche. Poi però pian piano è riuscita a sdoganarsi da un marchio più pesante di un blocco di cemento armato: quello di attrice da sit com. Dopotutto è diventata famosa grazie al ruolo di Cat Valentine in Victorious su Nickelodeon e a questo si deve il debutto boom del suo primo disco Yours truly del 2013, che ha venduto 138mila copie solo nella prima settimana e il singolo The way ha superato i cento milioni di clic su Vevo. «La mia vita è cambiata in poco tempo». E a dimostrazione che non era un fuoco fatuo, lei si è ritrovata fare la presentatrice nel backstage degli Mtv Europe Music Awards di Amsterdam: Mtv ha sempre individuato i talenti non volatili. Perciò la sua partecipazione a un'altra sitcom non proprio di successo indiscutibile (Sam&Cat, spin-off di programmi iCarly e Victorious) è lentamente passata in secondo piano rispetto alla carriera musicale. Come conferma l'attesa del nuovo disco My everything, che uscirà il 26 agosto con lei molto sensuale in copertina e un bel po' di collaborazioni in scaletta: vedrete, sarà uno dei dischi più chiacchierati dell'anno.

E non inciampate nei luoghi comuni: qui di pop di parla, lei non è di sicuro Janis Joplin ed è ovvio che nel tempio del punk CBGB di Manhattan le sue canzoni sarebbero state fischiate a vista. Ma il livello medio è molto alto e l'obiettivo è quello di combinare il glam con la qualità sia compositiva che interpretativa. A pensarci, anche solo dieci anni fa gli idoli per adolescenti volavano molto più basso.

Ma proprio molto.

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