Cultura e Spettacoli

Gazzè, Fabi, Silvestri: tre solisti per una band

Esce il disco del supergruppo che ha fatto il record in streaming

Gazzè, Fabi, Silvestri: tre solisti per una band

Tre solisti per una band. «E non è un progetto tanto per gradire, è il frutto di una lunga riflessione e di una profonda complicità artistica», dicono i tre in questione, ossia Daniele Silvestri, Niccolò Fabi e Max Gazzè mentre presentano il loro disco più atteso. Quello della reunion di una band mai nata eppure lungamente immaginata perché, si sa, il loro milieu è comune, sono romani e coetanei e pure amici. Insomma Il padrone della festa (che nell'anteprima streaming di Tim Music in 24 ore ha fatto il record di contatti) è uno degli album più interessanti della stagione. «È stata una sfida non semplice perché noi tre siamo cantautori, quindi per definizione egoriferiti. In poche parole è stato un vero e proprio lavoro imparare ad ascoltarsi l'un l'altro», riassume Niccolò Fabi, che dei tre è come sempre il più pacato. Confermando anche di avere il dono raro della sensibilità: «Alla fine abbiamo scoperto di non essere egemonici ma tre persone che negli anni hanno acquisito sicurezza, non sentono più il bisogno di prevaricare e vogliono mettersi a disposizione di un progetto comune».

E il risultato sono canzoni che hanno una equilibrata impalcatura cantautorale e soprattutto non diventano, di volta in volta, lo spot dell'uno o dell'altro dei tre. Lo dimostra anche il singolo che è ora in rotazione radiofonica dopo Life is sweet degli scorsi mesi: L'amore non esiste sembra nato da un unico talento tanto è omogeneo. «Quindici anni fa non sarebbe stato possibile registrare un disco così. Ci conosciamo da tanto tempo, siamo amici, io ho anche fatto il bassista in un tour di Daniele, però eravamo troppo concentrati su di noi stessi». Poi, come spesso accade, le vite si intrecciano, le distanze si attenuano e le amicizie escono dalle gabbie. Al Premio Tenco dello scorso anno, Fabi viene premiato per il superbo disco Ecco e Max Gazzè suona come ospite alla serata finale. Poco dopo partono insieme in direzione Sud Sudan per un progetto benefico (Fabi aveva già contribuito alla costruzione del reparto pediatrico dell'ospedale di Chiulo in Angola). Dopotutto, la devastante tempesta che ha reso orfano Niccolò dell'amore di sua figlia (portata via da una meningite fulminante) è stata senza dubbio una calamita emotiva per loro tre, quasi coetanei, quasi fatti l'uno per gli altri. E alla fine questo progetto è nato al momento giusto. E proprio per aver aspettato il momento giusto. L'anno scorso Fabio Fazio li avrebbe voluti al Festival di Sanremo ma niente. «Abbiamo detto grazie, chi lo sa, vedremo. Non un no. Ma neanche un sì. E tutto si è arrestato. Però quella è stata la miccia che ha fatto calibrare la nostra sintonia», spiega Silvestri. E ora i tre partono per un tour europeo e, poi, per una serie di date nei palasport italiani: «All'estero saremo soltanto noi tre sul palco, una vera sfida» sorride sornione Gazzè.

Dopotutto, a quarant'anni e rotti, il vero successo è riuscire a superare i propri limiti.

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