Cultura e Spettacoli

Gerry Scotti si sfoga: "Basta fake news sulla mia morte. Sono stanco"

Gerry Scotti ha parlato in un'intervista delle fake news che hanno riguardato la sua morte, dei suoi progetti futuri, del rapporto con i fan e del passato

Gerry Scotti si sfoga: "Basta fake news sulla mia morte. Sono stanco"

"Sono stanco di morire". È così che Gerry Scotti ha commentato le tante fake news che si sono susseguite negli anni e che riguardano la sua morte parlando a Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università degli Studi Niccolò Cusano.

"Se la gente parla bene di me da vivo, chissà come ne parlerà bene da morto. Non a tutti è capitato, di Totò da vivo non è che ne parlassero benissimo ad esempio. A proposito di questo, tante volte mi hanno fatto morire con le fake news. Sempre d'estate, attorno al mio compleanno, perché fa più figo morire quando è vicino il mio compleanno. Nell'ultima estate mi hanno fatto morire un paio di volte. Ogni volta mi hanno allungato la vita e anche bene vorrei dire. Qualche volta ci hanno creduto persone a me care e non è bello, io ci rido sopra per esorcizzare la morte ma una volta mio figlio, che era in vacanza in Francia, ci ha creduto, con gli amici che gli giravano attorno chiedendogli come stesse. Poi un'altra mia cara amica ha rischiato di avere un malore davanti alla notizia falsa della mia morte. Il rischio è che quando uno di noi morirà veramente non ci crederà nessuno e non verranno nemmeno al funerale".

Poi il conduttore ha parlato del segreto del suo successo ricollegandolo alla sua normalità: "Non sono eccellente in niente, questo tranquillizza molto le persone. Mi affiderebbero il cane, il figlio, la moglie, l'automobile. E poi non è facile per uno nato a Pavia, cresciuto a Milano, al sole del Biscione, essere amato nello stesso modo a Milano come a Roma, a Napoli come a Palermo. Questo è il grande orgoglio della mia popolarità. Non è facile avere un gradimento così trasversale".

Gerry Scotti confessa che chiederebbe un selfie a Papa Francesco e che in passato è stato corteggiato anche dalla Rai: "Ho avuto due o tre abboccamenti nel corso della mia vita da dirigenti, che erano alti dirigenti, che un mese dopo sono andati a dirigere uno le acque, uno le ferrovie. Lì non si capisce mai chi comanda, a che pro e per che cosa. E poi non ho mai avuto proposte organiche. Uno come me che vive di contratti di tre anni in tre anni ha nei suoi contratti una certa progettualità. Tu non puoi chiamarmi per fare un programma, se fossi disoccupato verrei, ma così no. Tu mi devi fare un prospetto di lavoro biennale, triennale. In Rai non hanno mai avuto questa vista lunga, mentre Mediaset ha sempre saputo accontentarmi al momento giusto".

Adesso rivedremo Gerry a fine maggio con The Winner Is, programma fatto qualche anno fa e lasciato dopo poco tempo: "A fine anno, durante una lunga riunione, fu Pier Silvio Berlusconi a chiedermi di rifarlo. Così l'abbiamo rimesso in cantiere, ci saranno anche Mara Maionchi e Alfonso Signorini. Poi stiamo lavorando ad un progetto che dovrebbe partire dopo l'estate, The Wall.

Se ne parla già tanto, è stato un enorme successo in America, è molto un'americanata, là danno un milione di dollari a puntata".

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