Cultura e Spettacoli

"Per girare i Chips mi sono schiantato ma in automobile"

Da oggi al cinema il film tratto dalla storica serie tv. Il regista ne è anche il protagonista

"Per girare i Chips mi sono schiantato ma in automobile"

Los Angeles

I Chips son tornati e con loro anche la nostalgia per quella che è stata una delle serie televisive più amate di sempre. A più di 35 anni dalla prima puntata, che in Italia andò in onda nel 1981, sulle autostrade californiane, a bordo delle loro inconfondibili motociclette, riecco la coppia composta dagli agenti Jonathan A. Baker e Francis Llwellyn Poncherello. Stavolta i nostri eroi saranno sul grande schermo, perché li vedremo da oggi al cinema nelle sale italiane. Questa volta però a interpretare i due poliziotti della California Highway Patrol non ci sono (per sopraggiunti limiti d'età) Erik Estrada e Larry Wilcox ma Michael Peña e Dax Shepard, che della commedia è anche regista e sceneggiatore. Classe 1975, dal 2013 Shepard è sposato con l'attrice Kristen Bell, che anche in Chips interpreta la parte della moglie, Karen.

Mr. Shepard, le piacciono le moto?

«ono ossessionato da moto e auto, da tutto quello che ha un motore. Non a caso, uno dei miei serial preferiti era Hazzard. Andavo matto anche per le Gran Torino di Starsky & Hutch. Amo le commedie con dentro i motori».

Il film è un salto indietro negli anni Ottanta. Che ispirazione ha tratto da quel periodo?

«Arma letale, senza ombra di dubbio. La mia intenzione era quella di fare la versione dei Chips in stile Arma Letale. Mi dicevano che ero pazzo. In ogni caso, mentre scrivevo la sceneggiatura di questo film, ho rivisto decine di volte Arma letale. Anche rivedere Bad Boys mi è stato di grande aiuto».

Qual è il segreto per realizzare una commedia che funzioni?

«Evitare di pensare di essere divertenti. È l'errore più grande che si possa commettere. L'unica soluzione è l'onestà, l'immedesimazione al 100%. In un certo senso, il trucco per una commedia che faccia veramente ridere è credere di girare un film drammatico».

C'è molta azione nella pellicola, quante scene ha girato senza l'aiuto degli stuntman?

«Parecchie, anche se può sembrare strano. Le ho comunque dovute tutte negoziare prima. Alla fine sono rimasto piacevolmente sorpreso dal numero di scene rischiose che mi hanno lasciato girar»e.

Incidenti di percorso?

«Mi sono schiantato due volte, ma in auto, non mi moto. Per girare dovevamo togliere l'ABS e l'auto si è cappottata su un lato. Cose che capitano. In 45 giorni di scene d'azione, abbiamo avuto solo un incidente. Uno stunt si è tagliato il mento sbattendo contro il parabrezza nell'atterrare su una collina. È incredibile che non si sia rotto nulla».

I Chips avrebbero votato Trump?

«Per tradizione gli agenti federali sono repubblicani. Ho chiesto a un mio amico dell'FBI e mi ha detto che la percentuale dei poliziotti che votano per il Partito Repubblicano è dell'80%».

Vincent D'Onofrio (il Palla di Lardo di Full Metal Jacket) è il cattivo del film, Ray Kurtz. Che tipo è? Incute davvero timore come sembra?

«Assolutamente no, è un orsacchiotto. Avevamo lavorato insieme in The Judge, e da quel film siamo diventati migliori amici. Porta un'energia incredibile in ogni cosa che fa, il tipo di energia di cui avevo bisogno. Solitamente un regista sa come dirigere i suoi attori, con Vincent invece non vedi l'ora che sia lui a proporre qualcosa, a mettere del suo nel personaggio. Tu devi solo stare lì e goderti la scena».

Erik Estrada, il Poncherello originale, ha un piccolo cameo alla fine del film, le ha dato qualche consiglio particolare?

«Purtroppo quando è venuto a girare la sua scena, le riprese erano quasi finite, mancava solo una settimana. Non c'è stato tempo per i consigli.

Però sono un grande fan del suo motto: Molte persone vorrebbero essere Cary Grant, io voglio essere Erik Estrada».

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