Cultura e Spettacoli

Il gran valore intellettuale delle copie di Lichtenstein

Emanuele Beluffi

«Se devo copiare, copio Roy Lichtenstein!». Mentre al Mudec di Milano c'è il Lichtenstein che non dipinge (serigrafie e litografie), al Mondadori Store di Piazza Duomo, a cura di Angelo Crespi, per « StArt l'arte per tutti», abbiamo un Lichtenstein reinterpretato. Acrilici e collage di Francesca Borroni che vanno al di là di quel concetto di riproducibilità con cui Walter Benjamin realizzò un «segnaposto» culturale sull'essenza dell'arte contemporanea: se la riproducibilità dava un';aura anche alle opere ciclostilate, Francesca Borroni fa un coraggioso passo in più ridipingendo Lichtenstein senza il famoso «retino», utilizzando solo colori primari e azzerando il rumore di fondo dell'immagine in modo da ottenere un'impostazione fortemente grafica, quasi minimal.

Cosa immaginiamo che Lichtenstein avrebbe dipinto oggi? Questa la domanda di Borroni, che modificando i colori, il soggetto e le «comic speech bubbles» (le «nuvolette» dei fumetti), realizza un tributo al grande artista americano in chiave ultramoderna su tematiche come l'onnipresenza dello sport, la pervasività dei social network e il ricorso alla chirurgia estetica, ma senza giudizi di valore, anzi, quasi regalandoci una risata.

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