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Il Joker, come Joaquin Phoenix si è preparato a questo ruolo?

L'attore ha perso peso e ha rinunciato alle serate con gli amici. Ma la cosa più difficile è stata imparare a ridere come il clown, per dolore e non più per gioia

Il Joker, come Joaquin Phoenix si è preparato a questo ruolo?

Ho una foto da bambino vestito da pagliaccio”. Era scritto nel destino, che prima o poi Joaquin Phoenix sarebbe diventato un clown. Non uno qualunque ma Joker, il nemico acerrimo di Batman. Prima di lui, molti si sono cimentati nell’impresa, ma mai fino a questo momento un film ha voluto analizzare l’anima del personaggio così a fondo.

Prepararsi a questo ruolo non è stato semplice. Joaquin Phoenix ha dovuto sottoporsi a una dieta ferrea e rinunciare alla vita sociale: “Come fai a uscire con gli amici quando devi nutrirti con una fo****a foglia d’insalata?”. Tutto questo perché il film pensato e diretto da Todd Phillips vuole raccontare la storia di Arthur Fleck, prima ancora di quella del pagliaccio: un comico che non fa ridere, magro e curvo, pieno di lividi, figlio di una donna malata, lui stesso malato e abbandonato dai servizi sociali. Anche i momenti di “cattiveria” sono provocati da tanta sofferenza e incapacità di rivalsa.

Probabilmente la cosa più difficile che ha dovuto imparare a fare Joaquin Phoenix è ridere come Joker, per dolore e mai per gioia. “Todd Phillips voleva una risata tormentata e involontaria, non sintomo di gioia ma, al contrario, di dolore e sofferenza fisica. L’ho invitato a casa mia – ha raccontato l’attore a Vanity fair-. Non ero sicuro. Volevo fargli sentire come avrei riso. Si è seduto sul divano e io mi sono piazzato davanti a lui. Mi ci sono voluti vari minuti e diversi tentativi prima di trovare quello che mi sembrava il giusto modo di ridere. Immaginate la scena: lui sul divano, a casa di un tizio che, per un periodo piuttosto lungo, tenta di produrre una innaturale risata. Dopo un po’ ho realizzato: l’imbarazzo nei suoi occhi era straordinario. Mi stava implorando di smettere”.

Il film si prefigge il compito di analizzare in modo innovativo il tema della malattia mentale. “In Arthur, più che una patologia, io ci vedo il disagio, che è il risultato di prolungati traumi, familiari e sociali, e ci vedo pure un mondo e una realtà sanitaria che non sanno come comunicare e come affrontare questi disagi e allora prescrivono medicine”, spiega Joaquin Phoenix.

Nonostante questo grande lavoro su se stesso, ora l’attore è riuscito a tornare alla vita di prima nella casa hollywoodiana che condivide con la sua dolce metà, Rooney Mara. Ha ripreso un po' di kili e ha rivisto i suoi amici.

Alla fine, tutto questo è solo un film, e il vero spettacolo, la vita, deve andare avanti.

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