Cultura e Spettacoli

Lasciate in pace almeno la Haka

Lasciate in pace almeno la Haka

I l dio dei Maori salvi la Haka degli All Blacks. Avete presente la danza stilizzata che la nazionale neozelandese di rugby esegue prima dell'inizio di ogni partita? I rompiscatole del politicamente corretto hanno deciso che non va bene: intimorisce gli avversari dunque è violenta. È pubblicità regalata agli sponsor tecnici degli All Blacks, cinque minuti di primi piani televisivi a costo zero, magliette e scarpe sempre nell'inquadratura. È sleale perché la squadra rivale è costretta ad assistere e perde i benefici del riscaldamento. E quest'ultimo è l'argomento più sensato perché sportivo. Nei mondiali in Giappone, la Haka è stata subissata di fischi e cori patriottici pro Irlanda. Gli inglesi, nella semifinale di oggi intoneranno a squarciagola Swing Low, Sweet Chariot. I neozelandesi si sono indignati: «È la storia del nostro Paese, la raccontiamo con una danza di guerra. Un modo per mostrare rispetto nei confronti dell'avversario» spiega John Kirwan, leggenda degli All Blacks. La Haka viene eseguita da 114 anni e non solo in campo sportivo. Da brividi la Haka in onore del mitico Jonah Lomu, nato ad Auckland e morto prematuramente nel 2015. Compagni di squadra e amici danzarono davanti alla bara, mandando in delirio uno stadio. La Haka esprime fierezza, coraggio, senso della sfida, determinazione, patriottismo. Tutti valori poco adatti a questo millennio insipido e rammollito. In passato, su qualche campo è stata vietata: gli All Blacks non hanno rinunciato al rito, lo hanno celebrato nello spogliatoio. Una volta la nazionale italiana ha voltato le spalle ai neozelandesi, per manifestare disapprovazione. Questi ultimi non la presero benissimo. Finì 76 a 15 per gli All Blacks, con cinque mete nei primi venti minuti per mettere le cose in chiaro. La Haka è una innocua tradizione secolare? I paladini corretti (dalla politica) se ne fregano e sragionano di «indebita appropriazione culturale». I giocatori di origine Maori, etnia originaria della Neozelanda, sono pochissimi rispetto ai bianchi eredi dei colonizzatori. I bianchi scimmiottano i neri. I bianchi rubano l'identità dei Maori, come fanno da secoli. Almeno questa è la tesi del giornalista irlandese Edward MacKenna che ha riaperto il caso. Ciclicamente, infatti, chi le busca dagli All Blacks, cioè quasi tutti, se la prende con la Haka, uno spettacolo nello spettacolo, amatissimo dai tifosi di tutto il mondo. In fondo basterebbe un po' di senso dell'umorismo, qualità purtroppo impossibile da reperire negli adepti del politicamente corretto. Per fortuna Eddie Jones, l'allenatore dell'Inghilterra, ha commentato la vicenda con queste parole: «Per me, che prima della partita di oggi cantino gli All Blacks o le Spice Girls è lo stesso».

Meta.

Commenti